di Marcus Dardi – Tra i vari effetti collaterali di questa terribile emergenza sanitaria, quella di cui meno si parla, ma che preoccupa di più quella branca della medicina che studia la mente, ci sono i disturbi psichici legati all’ansia e allo stress.
Uno studio particolarmente interessante, pubblicato dalla rivista “Il Regno” parla del disagio in cui versano molti sacerdoti. Le ansie di Don Abbondio, così magistralmente e poeticamente raccontate da Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi”, son nulla in confronto al disagio da “ansia di solitudine” dei moderni sacerdoti.
Come se non bastasse il calo delle vocazioni e la perdita del loro antico status sociale, la “peste del 2020” ha mandato in burnout moltissimi preti.
La prima ad accorgersi di questo problema è stata la Conferenza Episcopale Francese che ha fatto un sondaggio. I dati della loro analisi sono poco rassicuranti.
Il 45% dei sacerdoti intervistati ha confessato gravi disturbi e disagi. Un 2% è affetto da vero e proprio burnout, molti esagerano con l’alcool, molti con il cibo, il 9% si dichiara depresso e il 40% si dichiara insoddisfatto della propria realizzazione personale.
Oltre a questi disagi vi è anche una fortissima astensione dal celibato, astensione che si sviluppa in tante fragilità e deviazioni, più o meno gravi.
Le sempre maggiori responsabilità ed impegni a cui, a causa del calo delle vocazioni, della violenta crisi sanitaria, del confinamento e delle violenze di una società sempre più ostile alla religione e ai suoi rappresentanti, sottopongono i sacerdoti ad un sempre maggior stress e ansia. Da lì a diventare patologia, il passo è brevissimo.
Questo disagio colpisce tutto il clero, ma anche tutti noi.
Che Dio ci aiuti!