Sanità, Corte dei Conti allarmata per “progressivo decadimento della qualità dell’assistenza pubblica”. Poi il macigno superbonus sul debito

22 Aprile 2024
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“Il fabbisogno del settore sanitario, come altri del sistema di welfare, dovrà essere attentamente riconsiderato per evitare che il rispetto delle traiettorie di spesa si traduca in un progressivo decadimento della qualità dell’assistenza pubblica o che impedisca una compiuta (e quanto mai necessaria) riforma dell’assistenza territoriale”. Così il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite a Montecitorio. 

 Sul fronte del finanziamento della spesa sanitaria, sostengono i magistrati contabili, “la situazione richiederà scelte gestionali non facili in termini di allocazione delle risorse tra i diversi obiettivi e un attento esame della qualità della spesa. Ciò rende necessario un riesame dell’efficacia di tutti gli strumenti messi in campo negli ultimi anni a cui non sempre si sono accompagnati effetti positivi e, soprattutto che si portino a regime nuovi strumenti di analisi dei bisogni, come quelli previsti in ambito Pnrr, che possano consentire di rendere più efficace l’utilizzo delle risorse”.

Secondo la Corte gli interventi finora assunti hanno messo a disposizione della sanità risorse “certamente rilevanti”, tuttavia “non sembrano sufficienti ad invertire il profilo riflessivo disegnato nel quadro tendenziale. La riduzione in termini di prodotto rimane evidente anche se l’attenzione per questo settore di spesa è testimoniato dalla seppur limitata crescita del rapporto con il totale della spesa corrente primaria”.

Le criticità evidenti nella sanità, secondo i magistrati contabili sono le carenze di personale, la lunghezza delle liste d’attesa e l’insufficienza dell’assistenza territoriale, le difficoltà di funzionamento dei meccanismi di controllo della spesa farmaceutica e per dispositivi medici. Oltre a quanto avviene nel settore dell’emergenza e urgenza, in particolare “si accentuano i problemi legati ai pensionamenti, all’aumento dei casi di “fuga dal pubblico” ma anche di ricerca di opportunità di lavoro all’estero, legata a condizioni economiche più vantaggiose. La crisi di personale è resa oggi più difficile anche dal fatto che fabbisogni crescenti caratterizzano anche gli altri Paesi europei, sottoponendo il nostro ad una forte pressione competitiva e restringendo i margini per il ricorso a personale straniero”. La Corte dei Conti ricorda che nonostante l’aumento disposto dalla legge di bilancio, l’importo previsto a copertura del fabbisogno sanitario nazionale standard si conferma, in rapporto al prodotto, in graduale flessione: nel triennio 2024-26 si riduce di tre decimi di punto (dal 6,3 del 2023 al 6 per cento a fine periodo). E ciò senza considerare che i nuovi fondi, oltre ai contratti (2,4 miliardi), sono destinati a specifici interventi aggiuntivi per circa 500 milioni nel 2024 che crescono a 1,5 miliardi nel 2025. “È evidente in tali dati, da un lato, l’effetto dell’inflazione sulle diverse componenti della spesa e, dall’altro, la riduzione che questa opera sul valore reale degli stanziamenti previsti a copertura. Nell’arco di tempo considerato si amplia in misura significativa la divaricazione tra i due importi” conclude. 

Poi l’allarme per l’effetto superbonus.  “Posizioni debitorie eccessive finiscono per esporre il sistema economico a rischi di instabilita’ in conseguenza degli elevati fabbisogni finanziari lordi connessi al rinnovo dei titoli di debito e alla copertura del nuovo indebitamento annuo”.

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