Lo continuano a ribadire ogni giorno. Lockdowon nel lockdown, niente Natale allargato, no a parenti e amici. Feste in casa, morigerate e senza eccessi. Solo i parenti stretti, anzi, neppure. Separare i nonni dai nipoti. Evitare il più possibile i contatti. E la lista delle cose che si possono e non si possono fare la ricorda il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, in una intervista al Corriere della Sera.
Le nuore misure funzionano “sembra che stiano dando qualche risultato” ma “abbiamo davanti una maratona che non si concluderà il 25 dicembre, ma molto più avanti. Se tutti insieme spegnessimo un po’ le luci delle aspettative, saremmo di grande aiuto al sistema e a quanti sperano di far ripartire la vita economica e sociale del Paese per quella data”. “Se saremo rigorosi con noi stessi saremo di grande aiuto per eliminare al più presto i limiti alle nostre libertà”.
E replica agli attacchi contro il Cts: “Non dovrei, ma alla mia età voglio permettermi di farlo. Alcuni scienziati che vedo spesso in tv non hanno capito (o non vogliono capire) che Covid-19 non è un’emergenza sanitaria ma una crisi globale che comprende ovviamente temi sanitari ma anche sociali, politici, economici, di sicurezza del territorio, di relazioni internazionali. Noi ci confrontiamo, litighiamo anche ma poi troviamo una mediazione su ogni dossier. Se poi questo diventa tavole della legge significa che siamo tutti degni discepoli di Mosè”.