Galli: bloccare voli da Gb? Variante qui già da settembre

21 Dicembre 2020
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“Bloccare i voli dalla Gran Bretagna è una decisione che mi lascia perplesso. È come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. La variante britannica del patogeno circola probabilmente da fine settembre, ed è verosimile che sia già presente in tutta Europa” e “bisogna mettere in conto la possibilità di dover inseguire il virus. Soprattutto se mutasse a tal punto da rendere inadeguata la risposta immunitaria dei prodotti che stanno arrivando”, “la mutazione individuata in Inghilterra è solo un ‘memento’ per quelli che si dimenticano con cosa abbiamo a che fare”, “segnalo solo le potenzialità del Sars-CoV-2, con cui dovremmo fare i conti per ancora un po’ di tempo”. Lo afferma Massimo Galli, direttore dell’istituto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, in una intervista a Il Domani. Evidenzia quindi che “davanti alla mutazione del genoma di un virus nessuno può dire con certezza se i vaccini appena scoperti saranno inutili oppure no. Spesso mi barano dato del ‘terrosita’ per le mie previsioni sull’epidemia ma stavolta le dico – con il beneficio del dubbio – che sono moderatamente ottimista. Ci sono buone probabilità che la profilassi in arrivo proteggerà anche dal ceppo inglese”, “prima premessa: questo virus è un Rna, è molto grosso, ha 30mila paia di basi (un’unità di misura utilizzata per le sequenze dei patogeni, ndr) e come ogni suo ‘collega’, quando replica, può subire delle mutazioni. Queste sono del tutto casuali, anche se alcune volte possono dare al microrganismo una serie di vantaggi, o svantaggi, che precedentemente non avevano. Nuove caratteristiche che riguardano per esempio la velocità di replicazione e di diffusione, una maggiore o minore virulenza. È possibile che il virus muti per nascondersi meglio dal sistema immunitario dell’ospite. Ebbene alcuni dati preliminari fanno ipotizzare che il ceppo inglese non sia più pericoloso e letale, ma che si diffonda più rapidamente. Questo preoccupa per la tenuta dei sistemi sanitari, verissimo. Ma la capacità del nostro corpo di rispondere all’infezione dovrebbe invece essere la stessa rispetto a quella provocata dal ‘vecchio’ coronavirus”, “c’è la ‘sparizione’ di due paia di basi delle 30mila suddette, ma non sappiamo ancora se questa trasformazione sia davvero influente ai fini dell’efficacia dei vaccini scoperti finora Infine c’è un terzo cambiamento, quello nella ‘posizione 681’, che ha un effetto biologico: il suo impatto è ancora tutto da verificare”. E conclude: “È la prima volta in assoluto che l’uomo inventa un vaccino per un coronavirus che ha fatto il salto di specie sull’uomo. Non ci sono precedenti, dunque è complicato rispondere Ma credo chele case farmaceutiche che hanno avuto successo inventando cure che si dicono efficaci potranno senza difficoltà adeguare l e loro piattaforme al nuovo ceppo”. 

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