Rialzo contagi, Galli: Si paga dazio a riaperture. Problema è dove ora c’è ancora inverno e pochi vaccini

21 Marzo 2022
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 “Anche solo considerando il numero di persone che ho sentito in questi giorni e che hanno ripreso l’infezione, per quanto si tratti di un osservatorio limitato e non scientifico, una ripresa” di Covid-19 “emerge in modo evidente e risulta anche da altri osservatori. Direi da tutti gli osservatori possibili”. Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, risponde così a chi gli chiede se una quinta ondata epidemica è già in corso. Basta guardare i numeri, spiega all’Adnkronos Salute, che mostrano “un rialzo non trascurabile” legato a “un ritorno alla mancata osservanza delle norme logiche” della prudenza.

“Abbiamo voluto aprire tutto? Va bene, ma aprire ogni cosa con minori precauzioni implica pagare un dazio di questo tipo”, precisa l’esperto che non si sente “tranquillo” specie pensando all’inverno australe alle porte nell’emisfero opposto al nostro: “Potrebbe riservare di tutto”, avverte. “Se la risalita dei contagi non si tradurrà in una nuova pressione sugli ospedali, e questa evidenza per ora non c’è – sottolinea Galli – potrà forse essere sopportabile: ci causerà qualche morto in più, ci causerà tutta una serie di problemi, ma va bene. The show must go on”, riflette l’infettivologo al quale però “sembra di vivere un déja vu: la prima estate” della pandemia “fu l’estate in cui la gente veniva insultata se portava la mascherina, perché tanto doveva essere tutto finito – ricorda – e poi abbiamo avuto decine di migliaia di morti. La seconda estate è stata quella del ‘rischio ragionato’, e poi è arrivata la variante Delta. Adesso ci troviamo davanti una terza estate in cui di vaccinati ce ne sono stati molti, ma c’è stata anche una flessione importante di nuove vaccinazioni, soprattutto di quelle dei bambini, e c’è Omicron” super trasmissibile e “in grado di reinfettare bene chi ha avuto altre varianti”. All’estate boreale, inoltre, corrisponde l’inverno australe che interessa aree del mondo “non vaccinate o vaccinate poco e male”.

Lì “potrebbe succedere di tutto come pure non succedere nulla. Ma chiaramente questo è un problema”, ammonisce il medico, perché nel ‘Monopoli’ del Covid il rischio ‘imprevisti’ c’è a ogni lancio dei dadi. 

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