di Gigi Cabrino – Le ferie di molti medici rendono ancora più critica di quanto non sia la situazione di carenza di personale nei pronto soccorso durante il periodo di ferragosto.
Quello del dottor Fabio De Iaco, presidente di Simeu, la Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza, è uno sfogo che rende l’idea di quanto sia al limite la situazione nei DEA.
“Sarà un Ferragosto da incubo se arriverà anche una altra ondata di caldo. Con molti colleghi in ferie i turni in pronto soccorso diventano di 12 ore – spiega De Iaco, che da anni lavora in prima linea in un ospedale torinese – entri alle 8 ed esci alle 20. E’ vero che città come Milano e Torino si spopolano, ma avviene il contrario nelle località di mare. Io ieri avevo 36 pazienti e solo due medici, l’altro giorno 2 colleghi e 46 persone da assistere. Diventa tutto difficile”.
“Ad agosto nelle grandi città tanti rimangono soli. La famiglia che va in ferie e la badante che torna nel proprio paese. E l’anziano? Spesso si trova anche senza medico di base, anche lui in ferie, e quindi se accade qualcosa chiama il 118 e viene in Pronto Soccorso. La notte chiamano il 118 se stanno male, a volte cadono e arrivano qui. Come facciamo a rimandarli indietro se non hanno nessuno che può prenderli in carico e aiutarli?”
Con gli organici in sofferenza da tempo è impossibile attuare quei rinforzi che il periodo richiederebbe in particolare nelle località dove la popolazione aumenta per le vacanze con gli accessi ai Pronto Soccorso che raddoppiano, “aumentano le persone con traumi, legati al mare ad esempio, dalla costola rotta per essere stati sbattuti da un’onda alle punture di tracine o meduse. Poi ci sono gli anziani, soprattutto chi ha problemi cardiologici. A questo si aggiunge la vita notturna, accessi per incidenti o per abuso di alcool”.