Dilaga la marcia dei trattori in tutta Italia e si prepara la protesta a Verona per Fieragricola, puntando su Roma

28 Gennaio 2024
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 La protesta degli agricoltori dilaga anche in Italia, come un’onda che partita dalla Germania e dalla Francia sembra non fermarsi per contrastare una politica europea troppo penalizzante, orientata come è al Green Deal. E coltivatori e allevatori italiani ridotti allo stremo da costi di produzione esagerati e basse remunerazioni faranno sentire sempre di più la loro voce sfilando con i loro trattori per le strade e nelle piazze. Raduni sono previsti martedì prossimo 30 gennaio in varie zone della Lombardia, in Toscana e Sardegna dal movimento ‘Riscatto Agricolo’ mentre mercoledì 31 a Verona un altro gruppo sta organizzando un grande presidio in occasione dell’inaugurazione di Fieragricola, la fiera di riferimento del settore che si tiene nel quartiere fieristico. 

“Non ci sentiamo rappresentati dalle organizzazioni agricole, ci sono domande che riguardano la politica europea ma molte vanno affrontate anche a livello nazionale come il fatto che venga riconosciuto un costo di produzione, fermo dal 2019” afferma all’Adnkronos Giorgio Bissoli, contoterzista di Verona, portavoce di un movimento di base, che risponde allo slogan “Uniti si vince”. Una protesta dunque che esula dalle appartenenze di ciascun agricolo o allevatore alle associazioni del settore come Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri. Martedì scorso Remo Roncari, 52 anni, commerciante veneto di materie prime, ha partecipato ad una manifestazione sempre a Verona nei pressi del mercato ortofrutticolo che si è svolta in maniera pacifica. Gli agricoltori si sono accampati nei pressi del mercato ortofrutticolo per due giorni, sono rimasti tutta la notte e sono via andati il ​​pomeriggio del giorno seguente.’ “‘Siamo arrivati ​​con 400 trattori, eravamo un migliaio, -si riferisce raggiunto al telefono – se non avremo risposte andremo avanti ma non vogliamo fare blocchi stradali, noi chiediamo sempre le autorizzazioni. Nel mio gruppo siamo circa 900 persone”. Si tratta infatti di gruppi di centinaia di contadini che interagiscono tra loro e si autoconvocano via social nelle varie province, da nord a sud. 

”Il mercato sta cambiando per via delle massicce importazioni di prodotti agricoli come il mais che fanno abbassare i prezzi delle nostre produzioni mentre non si sono abbassati i costi produttivi e gli agricoltori non ce la fanno – spiega ancora Roncari – e quello che ci fa anche innervosire è che il prezzo al consumo non si è abbassato”. 

Anche le tasse, dall’Imu all’Irpef pesano sui redditi agricoli ed incombe la minaccia che possa essere tolta l’agevolazione sul carburante, secondo quanto inviato i diretti interessati, come è avvenuto per i colleghi francesi e tedeschi. Tra le varie rivendicazioni anche quella di contenere la fauna selvatica che provoca ingenti danni come, ad esempio, le nutrie in Emilia Romagna. Steven Tuffi, 27 anni, è titolare di un’azienda agricola con vacche da latte a Frosinone, ha partecipato ad una manifestazione di tre giorni in piazza a Frosinone con corteo in città nei giorni scorsi con una partecipazione numerosa con circa 200 trattori. 

”Ci stiamo battendo per una giusta remunerazione che viene ostacolata dalle norme europee, come quella sull’obbligo di non coltivare il 4% dei terreni, ma non solo. – sostiene l’imprenditore agricolo – Noi vogliamo tutelare i prodotti italiani e sfatare l’opinione che gli agricoltori inquinano quando invece siamo i custodi dell’ambiente. Noi stiamo scendendo in piazza senza bandiere sindacali perché le associazioni a cui aderiamo non sono riuscite a raggiungere determinati obiettivi e ci siamo rotti le scatole. Il latte che proviene dall’estero viene venduto come italiano e questo è intollerabile, inoltre la filiera guadagna ma al produttore arriva ben poco”. Quanto alla politica Tuffi afferma: ”siamo aperti al dialogo con il ministero e con l’Europa ma dobbiamo raggiungere determinati risultati. Siamo compatti e vogliamo far sentire la nostra voce sui territori comunali, provinciali e anche a livello nazionale. Facciamo manifestazioni pacifiche e ci dissociamo da chi può creare danni alla popolazione. Ma siamo disposti ad andare avanti perché vogliamo salvaguardare le nostre aziende e le nostre famiglie”.

Più di 100 trattori invece ieri sulla A1 all’altezza di Orte, nel Viterbese, dove il casello è stato chiuso per circa due ore provocando la congestione della circolazione. Sale così la protesta degli agricoltori che hanno intenzione di procedere a oltranza con il loro presidio e si dicono pronti ad andare a Roma “per protestare anche lì, vicino ai palazzi del potere”, annuncia Antonio Monfeli, organizzatore della protesta sulla A1. Manifestazioni anche in altre città italiane. A Pescara, da tre giorni in mobilitazione, hanno sfilato in centinaia sul Lungomare, fino a Montesilvano, raccogliendo la solidarietà di diversi cittadini che li hanno applauditi. In Molise, a Termoli, presidio concluso dopo il via libera dell’assessore regionale Salvatore Micone ai pagamenti di contributi arretrati. 

Agricoltori in piazza con i loro mezzi anche a Venezia e nell’Ennese. Manifestano contro le scelte che penalizzano l’agricoltura e il made in Italy e per contestare l’aumento anche del costo delle materie prime. 

A Venezia, una trentina i trattori, secondo fonti della Polizia municipale, che sono giunti al parcheggio di Porto Marghera, mentre altre decine di manifestanti si sono date appuntamento a piedi davanti alla stazione ferroviaria della città lagunare.

Le politiche dell’Unione Europea, “avallate dai Governi che ci hanno preceduto, scrive il ministro Lollobrigida sono state semplicemente folli. Hanno fatto scelte tese a diminuire la produzione e le terre coltivate in cambio di sussidi sempre più bassi, utilizzando la sostenibilità ambientale come una clava ” con il risultato che si è perso il 24% di imprese agricole in Europa e tanta terra è stata lasciata incolta. L’Italia, sottolinea ancora Lollobrigida in merito a uno dei temi centrali delle proteste in Europa, “ha mantenuto i benefici sul carburante agricolo e non ha intenzione di cambiare questa scelta” mentre sull’esenzione Irpef era intervenuta già nei giorni scorsi sottolineando che non è utile all’agricoltura in quanto favorisce i redditi milionari. “Invece dei 248 milioni di Irpef per lo Stato, ne abbiamo messi 300 per il fondo emergenze”, aveva detto Lollobrigida. Sul tema delle proteste sarebbe “l’ennesimo errore ignorare le istanze degli agricoltori”, secondo l’Europarlamentare Paolo De Castro per il quale l’Ue viene percepita come “nemica” per i troppi provvedimenti che hanno messo sotto accusa la categoria. Pronto a incontrare gli agricoltori che protestano il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. Per la transizione ecologica servono gli agricoltori. “Senza l’adesione convinta dei nostri agricoltori e dell’intero sistema agroalimentare – sottolinea De Castro – qualsiasi prospettiva di neutralità climatica diventa irrealizzabile”. 

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