di Cassandra – Ci sono limiti geografici che sono anche politici e che la politica dovrebbe riconoscere. Invece no. Alla Salvini Premier la discesa al Sud ha portato un po’ di voti, ma come li ha presi, altrettanto li sta perdendo. E li perderà. Perché un conto è stato conquistare il voto operaio dell’Emilia Romagna, epica impresa quando accadde, tanto che Cofferati strigliò i suoi ricordando che la Padania esiste… Altra cosa è decidere il governatore della Sicilia. O votare per Roma con i poteri di una Regione, mentre si perdono pezzi in Lazio. Imporsi al Sud è come pretendere di impiantare un pompelmo ai piedi del Monte Bianco.
Ma ce lo vedete Bossi litigare per la Sicilia, come fa Salvini? Appunto. Il che non vuol dire che il progetto di uno Stato federale, moderno, non sia utile per tutti e che aggiustando l’abito da Nord a Sud non si possa vivere tutti meglio. Affatto. Ma l’aver cambiato completamente colore, bandiera e obiettivi, alla fine, fa perdere di vista il progetto. Non capisci più quale sia. Il centrodestra sulla ricandidatura di Musumeci è spaccato. Bossi, appunto, avrebbe guardato a Nord, preoccupandosi di portare a casa più sindaci, più governatori. Una sorta di autodeterminazione della politica. Invece la Salvini Premier lancia dalle amministrative della Sicilia la nuova parola d’ordine, Prima l’Italia.
D’altra parte il Sud perde pezzi di Lega. O meglio, di leghisti per caso. Dopo che giusto 10 anni fa era in corso una “mattanza” politica e mediatica del fondatore della Lega e dei bossiani. Oggi i successori preferiscono Prima Scilla e Cariddi. Che ti risucchiano e poi ti dilaniano. E’ la forza del mito, mai sottovalutare gli dei.