Solo slogan per la raccolta del voto. Silenzio su residuo fiscale e questione settentrionale. Ponte sullo Stretto? Meglio, coi soldi dei lombardi, la Varese-Brescia

19 Settembre 2023
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di Giuseppe Longhin – Negli ultimi 10 anni abbiamo visto partiti e politici con concetti di centro spostarsi a sinistra, quelli di sinistra spostarsi a destra, altri di destra spostarsi al centro. Addirittura si è avuto un governo con un partito – sulla carta – del Nord, alleato ad un partito del Sud, cosa che dal mio punto di vista avrebbe anche avuto logica se ci fosse stata una compensazione di interessi e di risultati per il rispettivo territorio, avvenuta invece solo per il partito del Sud.

Sembra ben chiaro e provato che i politici attuali non siano statisti ma pensino solo alle prossime elezioni (e poco importa perderle se si mantiene il proprio posto), non è però chiara la loro strategia della “raccolta del voto”.

Non si propongono progetti o idee ma slogan e nessuno parla più di servizi, di scuola, di sanità, di emergenza idrica, di lavoro o, cosa a me cara, di residuo fiscale. Non si propongono soluzioni per abbassare il cuneo fiscale o diminuire le tasse. La politica economico finanziaria si limita solo ed esclusivamente ai denari dei PNRR (il nome completo PIANO NAZIONALE di RIPRESA e RESILIENZA fa sorridere, come a dire che noi lombardi non si sia già resilienti dal 1973). Si fa debito passando con disinvoltura da un rapporto PIL/debito pubblico di 1,38 a 1,55 in 2 anni.

La strategia della raccolta del voto si limita a dare colpe a chi c’era prima e a promettere un cambiamento radicale. In questo i nostri politici, tutti, sono maestri: nessuna proposta concreta. Non considero un problema il non avere un ponte tra Calabria e Sicilia ma piuttosto non avere una pedemontana tra Varese e Brescia. Non considero un problema il reddito di cittadinanza ma il fatto che a pagarlo siamo noi lombardi. Non considero un problema la malasanità del sud ma il sud che fa abbassare il livello della sanità Lombarda.

La questione settentrionale, che continua ad esistere, non dovrebbe essere un problema da discutere solo da certi partiti, ormai nazionalisti anche questi, ma da tutti i partiti che “pescano” voti dal settentrione. Perché mai dovrei votare una cosa pagata con i miei soldi e realizzata a 1000 km di distanza?

Se siamo, forse, l’unico paese al mondo ad avere flussi elettorali che portano un leader dal 40 al 4% in 2 anni e questo capita 4 volte in 10 anni (Grillo, Renzi, Salvini…) la colpa è sì dei politici incoerenti e fanfaroni ma anche e soprattutto nostra che, con il voto, o peggio, con il non voto, li autorizziamo a mentirci, a deriderci, a sfotterci. Se il problema del paese è l’italianità, il voto labile e incoerente ne è una prova. Vale ancora il “sono lombardo voto lombardo”, ma nessuno parla più di Lombardia.

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