di Stefania Piazzo – Il ministro Salvini afferma, in merito allo stop al tetto di 240mila euro per i supermanager di Stato, che è giusto che i tecnici del ponte sullo Stretto “siano pagati come meritano”. Perfetto. Poi si allarga… E’ “un diritto” quello dei siciliani di “essere trattati come gli altri italiani, per curarsi, per lavorare e per studiare”, così come quello dei turisti di non essere in coda per ore sotto il sole”. E, chiosando ancora sul ponte: “Sarà per l’Italia una immagine di bravura…”. Ci fa proprio piacere.
Ma nella foga del discorso, non poteva anche aggiungere, per proprietà transitiva, il ministro, che è un diritto dei siciliani, dei lombardi, dei molisani, ecc…, avere anche politici pagati come meritano, perché “immagine di bravura” né più né meno come quelli che il suo ministero e la società del ponte selezionerà in base a requisiti e competenze per realizzare questo popò di opera pagata dai contribuenti?
O chi amministra è bravo a prescindere e i cittadini non hanno il diritto di scegliere e votarli in base alle loro cristalline competenze e ai loro risultati?
E poi, un paradosso. E cioè valanghe di insulti se ai sindaci si prova ad alzare i gettoni per amministrare “società” da migliaia e in alcuni casi, milioni di “dipendenti”. E addirittura si tagliano i posti in Parlamento per “risparmiare” sul costo della politica, perché la si considera, anche qui a prescindere, uno spreco. Ma come…(?!) se poi rivediamo tornare i peggiori di quelli che c’erano prima, che lasciano a casa quelli meno “fedeli” al capo di turno?