di Roberto Gremmo – Settant’anni fa i montanari savoiardi di Tignes ingaggiavano con grande determinazione la prima battaglia ecologista ed ambientalista del dopoguerra. Una lotta purtroppo perduta.
Posta in Alta Tarantasia ai piedi della Grand Motte, la borgata alpina di Tignes e’ oggi una frequentata stazione sciistica sulle rive di un bel lago azzurro.
In realtà, lo specchio d’acqua non è naturale ma è stato creato artificialmente nel 1952 con la costruzione di un possente sbarramento di cemento armato per realizzare una centrale idroelettrica-elettrica.
Quest’opera imponente, nota come “barrage du Cheuril” venne però imposta con prepotenza ai popolani del luogo e comporto’ anche la distruzione del paese, spietatamente sommerso dalle acque. Cimitero compreso.
La resistenza della gente del posto alla distruzione della loro antica borgata fu tenace, totale e senza tregua. I lavori di costruzione della diga vennero boicottati in ogni modo, anche ricorrendo al sabotaggio, ma fu tutto inutile.
Il mondo intero guardo’ stupito e non senza simpatia a questa battaglia impari fra il piccolo Davide con gli zoccoli contro l’invadente Golia che voleva distruggere il tradizionale assetto urbanistico alpino con l’alibi del progresso.
Alla fine, vinse il più forte.
Sconfitti ma non rassegnati, i valligiani hanno sempre conservato il ricordo del loro paese scomparso ed anche oggi che godono i frutti del turismo montano hanno ancora nostalgia di un mondo appartato e sereno, irrimediabilmente perduto.
Della loro fiammata ribelle non parla più nessuno.
Invece, nei mesi scorsi il paese sommerso dalle acque e’ balzato nuovamente al centro delle cronache perché la televisione francese ha iniziato a trasmettere con grande successo un programma ambientato proprio a Tignes.
Ma non si tratta d’uno spettacolo turistico o divulgativo, bensì esoterico ed iniziatico dal titolo “Les Revenants”, gli spettri o i fantasmi.
Nella impressionante e paurosa ricostruzione, si vedono tornare fra i vivi le anime dei defunti sorpresi nel loro sonno eterno quando il cimitero di Tignes venne sepolto dalle acque. Tutti questi incubi vaganti raccontano le loro storie e ci aiutano a ricordare la perduta civiltà’ travolta dalla modernità e dalla violenza del potere.
Foto di Caroline M.