Rito ambrosiano e rito romano. Esistono due Italie. Anche per mons. Ravasi: Milano non è Roma…

16 Novembre 2021
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di STEFANIA PIAZZO –  Non c’è niente da fare. Milano non è Roma. Una fa, l’altra guarda. Una interviene, l’altra aspetta.  Una è di rito ambrosiano, l’altra è di rito romano. Vediamo perché. Lasciamo che a parlare sia un uomo di Chiesa.
“Quando Papa Francesco “mi chiamò a Roma” “mi è spiaciuto davvero lasciare Milano”. Perché è “una città straordinaria, per socialità e generosità. Il recupero dell’Ambrosiana valeva 47 miliardi di lire: alla Chiesa non è costato un centesimo, li hanno pagati tutti i milanesi, dalla Fondazione Cariplo fino alle persone semplici, come quei genitori che mi pregarono di dare a un codice restaurato il nome del figlio morto di droga”.

Lo diceva tempo fa in una intervista al Corriere della Sera il cardinale Gianfranco Ravasi, teologo e biblista e presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Che poi aggiungeva: “A Roma, per salvare gli affreschi delle catacombe dei santi Marcellino e Pietro ho dovuto chiedere aiuto all’Azerbaigian. Al Centro San Fedele ho avuto per 22 anni almeno mille persone, ogni sabato di Avvento e di Quaresima, per la lettura della Bibbia. A Roma ne avrei cinquanta”.

Il federalismo, è nei fatti. Le due Italie esistono. Anche la Chiesa lo sa. Lo sa anche la politica che gira la testa dall’altra parte. Lo sa l’economia, lo sanno i mercati. Lo sa l’Europa. Forse è il Nord che ha perso coscienza della propria identità.

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