VIDEO – Mattarella ha giurato. “Vi ho dato i miei orientamenti, verso la normalità e la dignità sul lavoro”

3 Febbraio 2022
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 “Il nostro paese in questo momento e’ chiamato ad un sforzo particolarmente intenso per uscire dalle emergenze che vi sono e che tutt’ora attraversa per costruire una fase nuova per la tranquillita’ dei nostri cittadini. Ho cercato di indicare alcuni orientamenti per il nostro paese per il dopo pandemia dalla quale non siamo usciti ma che stiamo controllando”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di insediamento al Quirinale davanti alle alte cariche. 

 “Dovremo impegnarci per una normalita’ nuova dopo la pandemia” anche premiando i cittadini “per il modo esemplare in cui si sono comportati in questi due anni”.

 ” Dobbiamo pensare a questa fase, per organizzare una normalità nuova, anche premiando i cittadini per il modo in cui si sono comportati. Abbiamo visto una coralità delle nostre istituzioni, davvero proficua: questo ò lo spirito richiesto dai nostri concittadini”.

 “Stiamo controllando la pandemia, nonostante i lutti che ci colpiscono, con crescente efficacia”.

Il Paese “e’ chiamato ad uno sforzo intenso per uscire dalle emergenze che tuttora attraversiamo e per costruire una fase nuova con un futuro di maggiore sicurezza e tranquillita’”. 

Poco prima, l’intervento in Parlamento.  “I grandi cambiamenti che stiamo vivendo a livello mondiale impongono soluzioni rapide, innovative, lungimiranti, che guardino alla complessità dei problemi e non soltanto agli interessi particolari. Una riflessione si propone anche sul funzionamento della nostra democrazia, a tutti i livelli. Proprio la velocità dei cambiamenti richiama, ancora una volta, il bisogno di costante inveramento della democrazia. Un’autentica democrazia prevede il doveroso rispetto delle regole di formazione delle decisioni, discussione, partecipazione. L’esigenza di governare i cambiamenti sempre più rapidi richiede risposte tempestive. Tempestività che va comunque sorretta da quell’indispensabile approfondimento dei temi che consente puntualità di scelte”.

“Occorre evitare -ha aggiunto il Capo dello Stato- che i problemi trovino soluzione senza l’intervento delle istituzioni a tutela dell’interesse generale: questa eventualità si traduce sempre a vantaggio di chi è in condizioni di maggior forza. Poteri economici sovranazionali, tendono a prevalere e a imporsi, aggirando il processo democratico. Su un altro piano, i regimi autoritari o autocratici rischiano ingannevolmente di apparire, a occhi superficiali, più efficienti di quelli democratici, le cui decisioni, basate sul libero consenso e sul coinvolgimento sociale, sono, invece, ben più solide ed efficaci. La sfida -che si presenta a livello mondiale- per la salvaguardia della democrazia riguarda tutti e anzitutto le istituzioni. Dipenderà, in primo luogo, dalla forza del Parlamento, dalla elevata qualità della attività che vi si svolge, dai necessari adeguamenti procedurali”.

“Vanno tenute unite due esigenze irrinunziabili: rispetto dei percorsi di garanzia democratica e, insieme, tempestività delle decisioni. Per questo -ha concluso MATTARELLA– è cruciale il ruolo del Parlamento, come luogo della partecipazione. Il luogo dove si costruisce il consenso attorno alle decisioni che si assumono. Il luogo dove la politica riconosce, valorizza e immette nelle istituzioni ciò che di vivo cresce nella società civile”. 

“I cittadini devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la giustizia e l’Ordine giudiziario. Neppure devono avvertire timore per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con la doverosa certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone”.

Secondo il Capo dello Stato va, dunque, “sempre avvertita la grande delicatezza della necessaria responsabilita’ che la Repubblica affida ai magistrati. La Magistratura e l’Avvocatura sono chiamate ad assicurare che il processo riformatore si realizzi, facendo recuperare appieno prestigio e credibilita’ alla funzione giustizia, allineandola agli standard europei”. Mattarella ha infatti auspicato per la giustizia “un profondo processo riformatore” perche’, ha fatto rilevare, “per troppo tempo e’ divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettivita’”. Nell’ampio passaggio dedicato alla giustizia il Capo dello Stato, che tra le sue prerogative conta anche quello di essere presidente del Consiglio superiore della magistratura, ha inoltre osservato che “l’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo della Magistratura devono corrispondere alle pressanti esigenze di efficienza e di credibilita’, come richiesto a buon titolo dai cittadini”. E nel relativo processo riformatore ha auspicato che siano “superate logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all’Ordine giudiziario”.

Infine il pensiero all’emergenza. “L’esempio ci è stato dato da medici, operatori sanitari, volontari, da chi ha garantito i servizi essenziali nei momenti più critici, dai sindaci, dalle Forze Armate e dalle Forze dell’ordine, impegnate a sostenere la campagna vaccinale: a tutti va riaffermata la nostra riconoscenza”.

Una parola, dignità, ripetuta diciotto volte a scandire un finale in crescendo del discorso di insediamento: così Sergio Mattarella ha parlato alle Camere riunite da tredicesimo presidente della Repubblica.

Dopo aver giurato, Mattarella ha ricordato anzitutto il periodo ‘travagliato’, anche per lui, che ha preceduto la rielezione, ha citato Papa Francesco, Monica Vitti e David Sassoli, e ha dedicato un capitolo alla necessità della riforma della giustizia. Spazio anche alle attese dei cittadini in sofferenza, alle disuguaglianze che devono venire meno, all’esempio dei medici e alla necessità di assumersi le responsabilità anche per le future generazioni.

Le attese degli italiani “sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà. Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento che ha concluso i giorni travagliati della scorsa settimana”, ha sottolineato aggiungendo che “è questa stessa consapevolezza la ragione del mio sì e sarà al centro del mio impegno”.

“Nel momento in cui i Presidenti di Camera e Senato mi hanno comunicato l’esito della votazione, ho parlato delle urgenze – sanitaria, economica e sociale – che ci interpellano. Non possiamo permetterci ritardi, né incertezze“, ha detto Mattarella sottolineando che la “lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha molto ridotto i rischi ma non ci sono consentite disattenzioni”. “Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza. E’ ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte l’Italia, ben oltre le difficoltà del momento. Un’Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano“.

“Viviamo in una fase straordinaria in cui l’agenda politica è in gran parte definita dalla strategia condivisa in sede europea. L’Italia è al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa. Siamo i maggiori beneficiari del programma Next Generation e dobbiamo rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale”.

“Su tutti questi temi – all’interno e nella dimensione internazionale – è intensamente impegnato il Governo guidato dal Presidente Draghi; nato, con ampio sostegno parlamentare, nel pieno dell’emergenza e ora proiettato a superarla, ponendo le basi di una nuova stagione di crescita sostenibile del Paese e dell’Europa. Al Governo esprimo un convinto ringraziamento e gli auguri di buon lavoro”. Un applauso si è levato dall’Aula della Camera quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha citato il governo Draghi ringraziandolo e augurandogli buon lavoro.

Rafforzare l’Italia significa anche, metterla in grado di orientare il processo per rilanciare l’Europa, affinché questa divenga più efficiente e giusta; rendendo stabile e strutturale la svolta che è stata compiuta nei giorni più impegnativi della pandemia. L’apporto dell’Italia non può mancare: servono idee, proposte, coerenza negli impegni assunti”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Parlamento. “La Conferenza sul futuro dell’Europa non può risolversi in un grigio passaggio privo di visione storica ma deve essere l’occasione per definire, con coraggio, una Ue protagonista nella comunità internazionale”.

“Non possiamo accettare che ora, senza neppure il pretesto della competizione tra sistemi politici ed economici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro; in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale”. “Dobbiamo fare appello alle nostre risorse e a quelle dei paesi alleati e amici affinché le esibizioni di forza lascino il posto al reciproco intendersi, affinché nessun popolo debba temere l’aggressione da parte dei suoi vicini”.

Il capo dello Stato ha parlato anche del nodo della giustizia.  “Rivolgo un saluto rispettoso alla Corte Costituzionale, presidio di garanzia dei principi della nostra Carta. Nell’inviare un saluto alle nostre Magistrature – elemento fondamentale del sistema costituzionale e della vita della nostra società –mi preme sottolineare che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia. Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività”.  Standing ovation unanime quando il presidente Mattarella sottolinea la necessità di un processo riformatore per la magistratura. “È indispensabile che le riforme annunciate” per la giustizia “giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono rimanere estranee all’Ordine giudiziario. Occorre per questo che venga recuperato un profondo rigore”.

Il capo dello Stato ha salutato il Pontefice. “A Papa Francesco, al cui magistero l’Italia guarda con grande rispetto, esprimo i sentimenti di riconoscenza del popolo italiano”. Nel suo discorso anche un omaggio a Monica Vitti, scomparsa ieri. “Consentitemi di rendere omaggio a Monica Vitti grande protagonista della vita culturale del nostro paese”. Un passaggio è stato dedicato anche a David Sassoli, il ricordo del presidente del Parlamento Europeo da parte del presidente Sergio Mattarella è stato salutato da un lungo e caloroso applauso dei parlamentari presenti in Aula a Montecitorio.

Il discorso del Presidente della Repubblica tocca anche i giovani. “Sosteniamo una scuola che sappia accogliere e trasmettere preparazione e cultura – ha detto Mattarella – come complesso dei valori e dei principi che fondano le ragioni del nostro stare insieme; volta ad assicurare parità di condizioni e di opportunità”. 

“La dignità. Dignità – ha evidenziato – è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro. Quasi ogni giorno veniamo richiamati drammaticamente a questo primario dovere della nostra società”. “Dignità – ha detto ancora – è impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio”. “Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità“. “Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, dalla complicità di chi fa finta di non vedere”. 

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