Frontalieri e smart working. Reina (IV): Governo non proroga agevolazioni e non aderisce ai regolamenti Ue. Per governo non sono lavoratori come gli altri?

3 Luglio 2023
Lettura 1 min

di Salvino Reina* – È appena scaduta (30.06.2023) la norma transitoria che permette ai frontalieri di fare telelavoro fino ad una percentuale di tempo del 40% senza cambiamenti in materia fiscale.
Purtroppo non solo l’esecutivo ha deciso di non prorogare questa norma, ma ha deciso anche,
almeno per il momento, di non aderire ai nuovi regolamenti europei che permetterebbero ai
frontalieri di fare telelavoro fino alla soglia del 50% (49.99%) senza ricadute in materia
previdenziale.
Nonostante le diverse interrogazioni e gli ordini del giorno presentati in parlamento dall’On. Maria
Chiara Gadda (l’ultimo dei quali la settimana scorsa in occasione del voto alla Camera sul
“Decreto Lavoro”), peraltro sempre sottoscritte e condivise anche da deputati di altri partiti a
testimonianza di quanto, almeno su questi temi, si sia saputo fare squadra e che avevano portato
anche ad un impegno ben preciso del Ministro Giorgetti, il governo ha deciso di non dare seguito
agli impegni presi, di prendere ancora tempo e danneggiare di fatto tutti quei frontalieri del nostro
territorio che attualmente utilizzano il telelavoro.


Una decisione che ha del paradossale soprattutto se si pensa che anche la Svizzera ha
sollecitato il governo italiano a sottoscrivere in tempo utile un nuovo accordo amichevole in grado
di dare stabilità e sicurezza a tutti i frontalieri.
Certo, i negoziati sono ancora aperti e non è da escludere un accordo in extremis, ma
l’immobilismo del governo italiano, oltre che incomprensibile, lascia intendere che non si arriverà
ad una quadra prima del prossimo autunno o addirittura a fine anno.
Questa situazione di stallo avrà ricadute penalizzanti per i frontalieri sia sul piano previdenziale,
dove il telelavoro continuerà ad essere tollerato fino al 24.99% del totale e sia sul piano fiscale
dove i frontalieri residenti nei comuni di fascia di confine, svolgendo anche solo un giorno di
telelavoro, perderanno il diritto di essere tassati solo in Svizzera.
Alla luce di quanto avvenuto la settimana scorsa in aula parlamentare il governo dovrebbe
procedere all’attuazione dell’accordo, invece di presentare “sondaggi” tra i gruppi parlamentari
per misurarne il gradimento!
Vogliamo augurarci che il Ministro Giorgetti, che da varesino doc ben dovrebbe conoscere queste
tematiche, insieme al governo italiano escano da questo immobilismo e sappiano rappresentare
le istanze dei nostri cittadini nel rapporto diplomatico con la Confederazione Elvetica così come
ha fatto la Francia.

Salvino Reina
Responsabile Frontalieri Italia Viva

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