“Non riusciremo a vaccinare abbastanza persone entro il mese di gennaio” per contenere la terza ondata. Così a Buongiorno, su Sky TG24, Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “A costo di essere noioso – ha aggiunto – ribadisco che tocca individualmente anche a tutti noi cercare di restare fuori dai guai, muoverci il meno possibile, avere un comportamento ragionevole e ragionato per contenere il fenomeno. Dobbiamo cercare di non ‘allungare il brodo al virus’ non favorirlo nel rimanere tra noi. Lo vorremmo fuori il prima possibile, ma per farlo dobbiamo darci il tempo per la vaccinazione, che prenderà i suoi tempi perché è un’opera titanica. Bisogna collaborare”.
Galli ha poi spiegato: “Chi ha una posizione ideologica contro i vaccini non verrà facilmente convinto, chi semplicemente rischia di essere vittima di informazioni fuorvianti, potrà avere, attraverso una campagna di informazione capillare e ben fatta, le informazioni giuste. Il vaccino è la vera exit strategy da questa pandemia, bisogna affrettarsi nei limiti del possibile a farlo. È evidente che una volta fatta la seconda dose, avendo gli anticorpi, si avranno anche dei ‘privilegi’, anche se è un termine che non mi piace. Si sarà nella condizione di essere molto più liberi nei confronti di qualsiasi restrizione rispetto alle persone che continueranno a non essere vaccinate”.
Vaccinarsi, ha spiegato Galli, “è importante perché altrimenti non ci possiamo liberare dalla malattia. È importante per la protezione di se stessi, dei propri cari, per riprendere tutte le nostre attività in sicurezza e quindi ha una valenza anche sociale”. Insomma “già dopo la prima somministrazione di vaccino” si avrà una prima immunità, “ma dovranno passare comunque alcuni giorni. In condizioni naturali gli anticorpi si riscontrano in titolo ragionevole dopo una decina di giorni dalla comparsa dei sintomi. Un vaccino di solito costringe il fisico a una risposta immunitaria più potente, valida e immediata rispetto ad un’infezione naturale, per cui dovremmo avere una risposta immunitaria rapidamente”.
Quindi ha detto: “I dati sul primo vaccino a disposizione ci dicono che le persone vaccinate sono state protette fin dall’inizio. Il numero di casi di infezione avuti nell’arco dei primi 21 giorni dalla vaccinazione è già nettamente inferiore rispetto al gruppo placebo”.