Pagliarini: litigano da mattina a sera, non sono federalisti, il loro bene comune è il bene del partito

29 Aprile 2020
Lettura 4 min

di Giancarlo Pagliarini – Tempo fa grazie alla Società Svizzera  avevo avuto il privilegio di ascoltare una straordinaria e commossa relazione di Romano Bracalini . Titolo: Carlo Cattaneo da Milano alla Svizzera. Con gli occhi lucidi Bracalini ha ricordato che Cattaneo, non ascoltato e criticato nel suo paese, aveva detto “io vivo nei tempi che verranno”. Mi sembrava  di vederlo, grazie anche alle belle diapositive proiettate da Terra Insubre, mentre scuoteva la testa discutendo sconsolato di monarchia, di Cavour , o di quell’accusa di “volere l’Italia in pillole”.

E mi immagino la sua gioia se oggi fosse qui e potesse leggere assieme a noi che fare politica è un servizio alla collettività, non una professione : “I 246 membri del Consiglio nazionale e del consiglio degli Stati dedicano al mandato parlamentare buona parte del proprio tempo di lavoro. Generalmente oltre al ruolo di parlamentare , svolgono anche una attività professionale. Il fatto di assumere compiti e mandati pubblici in quanto attività accessoria viene definito in Svizzera sistema di milizia” (pagina 30 dell’opuscolo “La Confederazione in breve. 2014”. Lo trovate su www.admin.ch). Lui che si era rifiutato di mettere piede in Parlamento nel 1860 (Torino) e nel 1867 (Firenze) non (solo) per evitare di giurare fedeltà al re , ma per una scelta di rifiuto esistenziale.

“Italia in pillole”: è una accusa ripetuta anche oggi a quei pochi che provano a parlare seriamente di federalismo. Si tratta di cambiare il pensiero prima di cambiare il mondo: mentre Mazzini suggeriva di comperare armi, Cattaneo scriveva che quei soldi dovevano essere usati per attività educative.

Ecco il punto: il federalismo non è un mero “programma politico” o una corsa dietro a qualche Euro in più o in meno. Il Federalismo è una prospettiva sotto la quale si vede e si interpreta il mondo . “Si tratta della ricerca di unità nella molteplicità” (Carlo Moos. Il federalismo di Carlo Cattaneo. A pagina 23 del bel libro “Carlo Cattaneo: federalismo e sviluppo”. A cura di Carlo Lacaita e Franco Masoni. Ed Le Monnier). In Svizzera i “tempi che verranno” di Carlo Cattaneo sono nella Costituzione , che viene aggiornata spesso anche dal Popolo con strumenti di democrazia diretta .

Quella Costituzione non comincia con l’articolo uno ma con cinque premesse. Eccone una: “Il Popolo svizzero e i Cantoni… determinati a vivere la loro molteplicità nell’unità, nella considerazione e nel rispetto reciproci”. Molteplicità: un signore di Interlaken è diverso da un signore del Canton Ticino, esattamente come un veneto di Motta di Livenza è diverso da un toscano di Rignano sull’Arno, da un calabrese di Soveria Mannelli o da un siciliano di Sciacca. Non migliore o peggiore, ma diverso si. E uno svizzero che vota per l’Unione democratica di centro (UDC) ha idee politiche diverse da quelle di uno svizzero che vota per il Partito socialista svizzero (PS) : esattamente come un italiano che vota Forza Italia ha idee politiche diverse da quelle di un italiano che vota per il Partito Democratico. Non migliori o peggiori, ma diverse si.

Ed ecco il federalismo. L’articolo 3 della Costituzione Svizzera è intitolato Federalismo e comincia con le parole “I Cantoni sono sovrani”. L’essenza di una costituzione federale non sta tanto nel numero di funzioni spostate nella “periferia”, quanto nella capacità delle unità territoriali , che devono essere sovrane a tutti gli effetti sul proprio territorio, con competenze irrevocabili, di “resistere alla naturale tendenza espansiva del potere centrale”. Il 9 Settembre 2013 il Corriere della sera aveva pubblicato un articolo di Dario di Vico intitolato “Imprenditori delusi. Addio al federalismo. Il sondaggio del seminario: ormai il decentramento è diventato burocrazia. “ Ma federalismo e decentramento sono due cose assolutamente diverse . Il decentramento lascia intatta la sovranità dello Stato centrale. In un sistema federale la sovranità è degli enti territoriali. Lo stato centrale è al loro servizio e svolge i compiti che gli enti territoriali e i cittadini gli delegano. La parola “servitore dello Stato” non ha senso: avete mai sentito di un servitore che ha dei servitori?

Dunque si tratta di “diversi” , ognuno sovrano a casa sua , che lavorano assieme per i cittadini e per le generazioni future. Già: un’altra delle cinque premesse della Costituzione Svizzera parla delle “responsabilità verso le generazioni future”, alle quali, da quello che mi sembra di capire e spero di sbagliare, i signori che rimpiangono la nostra sovranità monetaria perduta e criticano la politica di austerità dell’UE , vogliono trasferire ancora maggiori debiti. In Svizzera di solito il Governo è formato dai partiti con la maggiore quota elettorale, senza nessun premio di maggioranza , che a mio giudizio è una assurdità, una truffa, un non senso. Oggi i sette membri del Governo rappresentano cinque partiti. PS, partito socialista svizzero (due ministri) , PLR, i liberali (due ministri) , UDC, unione democratica di centro, PPD, partito popolare democratico e PBD, partito borghese democratico (un ministro a testa) .

Invece di “litigare per gestire il potere” i partiti politici svizzeri, dove il federalismo è nel DNA, “lavorano assieme per i cittadini e per le generazioni future”. Bene, allora usiamo la campagna elettorale che comincia in questi giorni per cercare di cominciare a vedere almeno i confini di quei “tempi che verranno” nei quali ha vissuto Carlo Cattaneo. Come? Ecco, io non so per chi voterò, ma so per chi non voterò. Non voterò per quelli che invece di dire cosa vogliono fare non fanno altro che parlare male degli altri, dei “diversi”, dei nemici. Ma perché in politica non si lavora assieme per i cittadini. Perché si parla di “combattere” invece che di “ragionare”? Perché tutti sentono il bisogno di avere o di inventarsi dei “nemici”? Il motivo è che da noi la politica non è “milizia” al servizio dei cittadini ma un “mestiere”, e di conseguenza ogni energia è sempre e solo al servizio del “Dio voto”.

Cosa ne dite? Usiamo internet, facebook, inventiamoci l’app “la politica non è una professione”, facciamo tam tam, segnali di fumo, telefono senza fili. Votiamo per chi ci dice cosa vuole fare , senza offendere la nostra intelligenza ripetendo che i comunisti mangiano i bambini, che Berlusconi è un delinquente, che il federalismo è solo puro egoismo e che gli “altri” sbagliano sempre. Un ultimo punto. Ho parlato di Svizzera e ogni tanto mi dicono che la Svizzera è piccola, che non si possono e non si devono fare confronti con l’Italia. Non sono d’accordo: la Svizzera è grande quasi il doppio della Lombardia ed ha circa 8 milioni di abitanti. In Lombardia siamo circa 10 milioni. In Veneto quasi 5 milioni. Quindi i confronti di qualità della vita, funzionamento della giustizia, lavoro, competitività, pensioni, sanità eccetera tra i 26 Cantoni svizzeri e le 12 province della Lombardia o le 7 province del Veneto possono e devono essere fatti. E non venite a dirmi “…ma le banche”. Il progetto Rubik è molto coraggioso e la lentezza dei paesi membri dell’UE è perlomeno sospetta. Le banche? Ma la Svizzera da anni è al primo posto nella classifica di competitività del word economic forum, davanti ai grandi (Stati Uniti) e ai piccoli (Singapore). Merito delle banche? No signori, merito del federalismo!

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