INFERMIERI E SANITARI IN FUGA DAL SSN

13 Novembre 2023
Lettura 2 min

di Gigi Cabrino – Le concrete possibilità di forti decurtazioni delle prestazioni pensionistiche per medici e personale sanitario sono un ulteriore disincentivo alla permanenza nella sanità pubblica già a corto di personale.
Sulla situazione è intervenuto Nursing Up, il sindacato delle professioni sanitarie, che si dimostra decisamente preoccupato.

«Vogliamo vedere i fatti, esordisce Antonio De Palma Presidente Nazionale del Nursing Up: è questo il momento. L’obiettivo delle nostre azioni di lotta è quello di sollecitare, attraverso i Governi locali, le aziende sanitarie a rivedere radicalmente il proprio modus operandi, che continua a essere decisamente lontano dalle nostre auspicate e legittime istanze, correndo il rischio di fomentare fughe all’estero e dimissioni volontarie, sempre più a discapito della qualità della tutela della salute della collettività.

Infatti, la nefasta ipotesi della riduzione delle aliquote di rendimento dei contributi versati tra il 1981 e il 1995, rappresenta una vera e propria punizione che il personale attualmente in servizio nella sanità pubblica non merita, con una perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale. Un infermiere o un’ostetrica potrebbero, solo per esempio, vedersi decurtata la già magra pensione, passando in men che non si dica da 1400/1500 euro mensili a 1100/1200.

Siamo di fronte a una norma che riteniamo incostituzionale, e che in queste ultime settimane, esordisce Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, ha suscitato le legittime e accese proteste dei professionisti della salute.

Il nostro centralino continua a essere bollente a causa delle continue richieste di informazioni da parte di nostri iscritti che vogliono vederci chiaro su decurtazioni che rischiano di essere l’ennesimo colpo di mannaia.

Infermieri, Ostetriche, tutti vogliono fuggire, lasciare le strutture sanitarie pubbliche prima possibile!

Molti, temendo di perdere gran parte della loro futura pensione, ci chiedono quali sono le pratiche per abbandonare il SSN sin dal prossimo anno, e dedicarsi alla libera professione.

Allo stato, sono almeno 14mila gli infermieri, e circa 500 le ostetriche che si preparano a lasciare il SSN nel 2024 per raggiungimento dei requisiti pensionistici, ai quali si aggiungono almeno ulteriori 4mila unità, che hanno manifestato la loro intenzione di passare dalla dipendenza alla libera professione, lasciando il lavoro anticipatamente.

Come si può dargli torto, prosegue De Palma, si sentono traditi dalle scelte del Governo, e non hanno più fiducia.

Certo è che in simili condizioni è sempre di più a serio rischio sia l’ Assistenza Territoriale che l’intero progetto PNRR.

Attraverso lo strumento delle manifestazioni, dei sit in e dei flash mob, agiremo su 2 leve: la prima è quella di rendere plastico il malcontento dei professionisti agli occhi della politica, alla quale arriverà, anche attraverso i media, lo stato del reale malcontento negli ospedali e nelle strutture sanitarie.

La seconda leva, mira al coinvolgimento diretto delle istituzioni locali e della cittadinanza. Infatti, con le nostre mobilitazioni territoriali, attiveremo un percorso di sinergia tra più istituzioni regionali e centrali. Nella sostanza, ad ogni mobilitazione regionale daremo impulso alle nostre contestazioni, chiedendo ai Prefetti di agire, in qualità di rappresentanti del Governo, sui governi regionali, sulla Presidenza del Consiglio e sul Comitato di Settore, per ottenere risposte chiare e precise alle nostre richieste di valorizzazione delle professionalità infermieristiche e di quelle ex legge 43/2006», conclude De Palma

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