Un ‘furto legalizzato di liquiditaà’ da 2,5 miliardi all’anno, a fronte di un recupero dei evasione Iva da “zero virgola”, mentre il settore attende ancora lo sblocco di pagamenti arretrati per oltre sei miliardi. I costruttori, messi in ginocchio prima dalla crisi pluriennale dei cantieri pubblici e poi dall’emergenza Covid-19,aprono un nuovo durissimo fronte contro la scelta del Governo di chiedere a Bruxelles la proroga di tre anni del meccanismo fiscale dello ‘split payment’, oltre la scadenza gia’ superata del 30 giugno. Nella richiesta di proroga inviata a Bruxelles, il Governo si e’ basato su un dato di attesa media dei rimborsi calcolato in 74 giorni. I costruttori contestano questo dato. Per documentare la situazione reale, l’Ance ha messo a punto un “contro-rapporto”, anticipato oggi dal Sole 24 Ore, che ora sara’ inviato al Governo e anche alla Commissione europea.
I dati arrivati dalle imprese dicono che il 60% deve aspettare almeno nove mesi (dunque piu’ di 270 giorni) per ottenere i rimborsi, mentre il 90% denuncia tempi superiori ai tre mesi. Di fronte a questo scenario, l’Ance chiede al Governo di tornare sui suoi passi o quanto meno di escludere le costruzioni dal nuovo giro di applicazione dello split payment. Un’altra possibilita’ sarebbe quella di aumentare il tetto attuale di compensazione trimestrale dell’Iva, fissato a un milione di euro fine a fine anno. Se le interlocuzioni che vanno avanti anche in questi giorni a livello tecnico dovessero non portare ai risultati sperati le imprese sono pronte ad azionare la leva europea, denunciando anche a Bruxelles, cosi’ come già fatto al Governo italiano, che i ritardi sui rimborsi stanno mettendo in crisi l’intero settore.