di Roberto Gremmo – Il già “Comunista padano” Matteo Salvini e’ il miglior erede politico di Palmiro Togliatti, perché ha la stessa abilità camaleontesca e manovriera del “Migliore”. A metà degli anni Sessanta quando i comunisti di Mao rimproveravano il P.C. italiano d’aver abbandonato del tutto i principi rivoluzionari del marxismo-leninismo, la direttiva di Togliatti ai suoi subalterni era stata ben chiara: nella polemica coi cinesi non imbarcatevi mai in questioni ideologiche o di principio ma spostate l’attenzione sulle cose concrete, come la fontanella in mezzo al paese, le strade da asfaltare, la mensa per i bambini. Una lezione magistrale di fuga dal terreno insidioso della coerenza.
L’atteggiamento di Salvini nel dopo Conte ripropone la stessa logica: abbandonare le idealità fondative ed invece sguazzare nelle faccende quotidiane. Cercando così di far dimenticare il proprio trasformismo. Il Salvini d’una volta ci avrebbe inondato di filippiche contro l’Europa matrigna, di denunce delle pericolose conseguenze dell’immigrazione clandestina, di esaltanti apologie del federalismo. Tutto archiviato, come le frenesie rivoluzionarie, abbandonate da Togliatti per amministrare i giardinetti. Il nuovo messaggio di Capitan mohito concerne cose più concrete, come la richiesta di condono benevolo per gli evasori fiscali, la caccia ai vaccini (questione su cui non ha nessuna competenza), nomine in enti e caccia a poltrone varie. Insomma, le fontanelle della distrazione togliattiana. Non può fare altrimenti.
Come potrebbe spiegare ai difensori dell’Europa dei popoli di stare al governo coi più tenaci avversari delle autonomie, quelli che osteggiano in ogni modo anche i più timidi tentativi di riforma federalista dello Stato italiano? Dove può trovare il coraggio di difendere con Giggino il parassitismo del Sud istituzionalizzato col benevolo reddito di cittadinanza? Con quale fegato può giustificare l’alleanza con la madrina delle ong Boldrini? O aver messo sotto lo stesso tetto Pillon e Fontana con la Cirinna’ e la Bonino? Meglio parlar d’altro.
Comparsata televisiva dopo piroettante esibizione, il miglior allievo del tatticismo togliattiano mette in scena la sua disinformazione politica .Fino a quando Lombardi, Veneti, Liguri e Piemontesi saranno così ingenui da dargli retta?