di Luigi Basso – Il primo congresso in remoto della CDU tedesca si è appena concluso con la prevedibile vittoria di Armin Laschet che ha battuto l’avvocato Friedrich Merz nella corsa per diventare Presidente del partito, ruolo che costituisce il trampolino di lancio verso la cancelleria del Reich e, allo stesso tempo, l’assicurazione di diventare Cancelliere con ampi poteri, controllando anche il partito di maggioranza relativa.
Armin Laschet, il nome del quale ne rivela le origini, proviene da una famiglia piccolo borghese di stirpe vallone ed è un politico di professione, di carriera.
Cattolico, ha alle spalle una carriera di basso profilo nel mondo del giornalismo; più di 20 anni fa diventò europarlamentare e da allora è sempre stato in politica.
Attualmente governa la Renania del Nord Westfalia, la regione più ricca della Germania e la sua leadership ha dovuto fare i conti con alcune critiche nella gestione dell’emergenza Covid.
Uno dei suoi figli, Johannes, il più famoso, pare sia un influencer nel campo della moda maschile.
Friedrich Merz, lo sconfitto, è il cosiddetto primo della classe, anzi è un fuoriclasse: noto giurista, magistrato, avvocato che siede in molti dei CDA più prestigiosi del mondo, a cominciare da Blackrock, ha lasciato la politica dopo che la Merkel prese in mano la Germania, dedicandosi agli affari e diventando ricco (una lezione per i politicanti).
Il figlio, quarantenne, è un filosofo.
In occasione della fine della carriera politica di Angela Merkel è tornato in politica, affrontando le velenose accuse di essere in conflitto di interessi per aver lavorato presso super multinazionali, ma è stato sconfitto per due volte dai due candidati sponsorizzati dalla Merkel: prima, Annegrette Kamp Karrenbauer e, dopo lo scandalo politico della Turingia, ora, Armin Laschet.
Merz è un politico conservatore vecchio stampo, animato da spirito atlantico, addirittura Politico lo battezzò il Trump di Germania (sbagliando clamorosamente, peraltro, ma da quelle parti dare a uno del Trump è il peggior insulto).
Merz non ha esitato a schierarsi a fianco della Corte Costituzionale Tedesca quando sentenziò, il 5 maggio 2020, che il QE infinito fosse illegittimo dato che l’UE non è uno Stato Federale e il diritto comunitario cede di fronte al diritto interno di uno Stato.
Laschet si presenta, invece, come un grigio esecutore e continuatore delle politiche della Merkel e il 5 maggio, interpretando la dottrina Merkel, attaccò la Corte Costituzionale tedesca per il verdetto anti QE infinito.
Per l’Italia la notizia della vittoria di Laschet è senz’altro un ottimo inizio d’anno: un Paese fallito, ridotto a esercitare l’unica funzione di pagare stipendi pubblici (compresi quelli dei politici sovranisti che, non a caso, non attaccano più insultando chi gli paga il soldo) e pensioni INPS grazie alle entrate del debito pubblico, insomma, un morto attaccato alla macchina della BCE, può continuare ancora per un po’ a non affrontare la realtà.
I politicanti italici possono così continuare a litigare sul nulla, facendo divertire i colleghi europei come nella famosa scena del lancio delle monete ai poveri da parte del Marchese del Grillo.