Se è un banchiere lussemburghese, e non il Papa, a difendere i poveri contro il Cashback

23 Dicembre 2020
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di Luigi Basso – Yves Mersch è un banchiere lussemburghese che lavora nel direttivo della BCE, la severissima autorità di vigilanza sulla politica monetaria UE, la torre d’avorio dove in mezzo ai pavoni ed agli uccelli lira vivono grigi ed austeri eurocrati senza cuore.
Il predetto banchiere, durante le festività del Santo Natale, ha mandato una letterina al Ministro dell’Economia Gualtieri, quello di sinistra, per fare a pezzettini il cashback italiano.
Yves Mersch ha preso il fioretto e con due o tre rasoiate ha squarciato il velo che copriva la vergogna di questa misura classista, snob, discriminatoria: antioperaia ed antiproletaria, avrebbe detto Gualtieri tanti anni fa.


In buona sostanza il banchiere scrive che il cashback realizza una discriminazione fiscale tra mezzi di pagamento legali, in particolar modo diretta contro il denaro contante: ciò non è ammissibile.
Oltre a ciò, il cash back italiano penalizza la forma di pagamento in contanti che, per le fasce di popolazione più povere e deboli è l’unica.
Il cashback penalizza i più poveri e avvantaggia chi ha di più.


Secondo alcuni studi in Italia, prima della crisi del Covid, 15 milioni di cittadini non avevano un conto corrente: ecco, il cash back dice a queste persone : ” voi poveri pagate tutto, senza sconti né riduzioni; queste le riserviamo a chi ha una carta per il pagamento elettronico, pezzentoni che non siete altro “.


Le sacrosante parole di Mersch dimostrano, comunque la si voglia vedere, che anche un banchiere lussemburghese può agire spinto da un minimo sentimento di umanità, di attenzione per chi sta male e chi soffre, per chi ha meno, un sentimento di giustizia oseremmo dire.
Una bella lezione non solo per la sinistra italica.
Sotto Natale, le parole di Yves Mersch sarebbero state bene in bocca al Papa: sarebbero state un bel regalo per i credenti in questo momento di crisi.
Sarebbero state….

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