Portarsi a casa la michetta, ieri come oggi…

2 Aprile 2020
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di Marcus Dardi – A Milano e in Lombardia c’è un detto antichissimo, “Portarsi a casa la michetta”. Questa frase a volte piacevole e a volte fastidiosa proviene da un tipo di pane caratteristico della città di Milano da più di due secoli.
Che cosa è la michetta?

E’ uno dei simboli di Milano. E’ un pane soffiato caratterizzato da uno stampo a stella con cappello centrale. Ha un diametro di circa 10 centimetri e cinque tagli che sembrano formare dei raggi di Sole.
Fu il pane degli operai dal 1700 quando ancora la lavorazione del pane era solo manuale. L’origine è viennese. Gli austriaci portarono a Milano nel 1713 il loro panino a forma di rosa chiamato Keiseremmel che però col clima umido di Milano diventava gommoso prima di sera. I panettieri di Milano allora lo svuotarono della mollica e lo resero soffiabile.

La soffiatura non è altro che anidride carbonica ed etanolo prodotti dal lievito tramite il calore. Viene cotto ad una temperatura che va dai 220° ai 250° e cotti per 25 minuti.

I milanesi chiamarono il Keiseremmel “michetta”. La micca era un pane ancora più antico molto diffuso nell’Italia del Nord ed il nome micca significava “briciola”.

Questo panino, comune non solo a Milano, viene oggi anche chiamato maggiolino, tartaruga, rosetta e stellina. (E, nel cremonese, soffiati, ndr).

Foto Wikipedia

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