C’è chi di tamponi ne fa tre e chi neanche uno. Il sacrificio della classe politica

2 Aprile 2020
Lettura 2 min

di Giuseppe Reguzzoni – Sua Maestà l’onorevole Zingaretti (restano onorevoli a vita), imperatore del Lazio e segretario del Piddì ha annunciato, a reti social e tv unificati, che dopo due settimane di isolamento (in seguito a tampone positivo) è risultato finalmente negativo (dopo due tamponi negativi). Dunque, lui di tamponi ne ha fatti tre. Tanti auguri e congratulazioni per la ritrovata salute, ma anche un grazie solenne perché con il suo esempio ci ha spiegato, quale sia la differenza tra lo Stato medievale e lo Stato moderno mediterraneo.

Nel primo il re si sacrificava per il suo popolo, conduceva le truppe in battaglia stando in prima fila e non nascondeva il suo potere di vita e di morte sui suoi sudditi.

Nel secondo, quello zingarettiano, si mette lui al sicuro, e il resto del mondo invece…. In fondo, ambedue hanno potere di vita e di morte, ma nel primo, almeno, è chiaro che, in ogni caso, c’era un limite ultimo alla strafottenza dei sovrani nel giudizio di Dio. Nel secondo, quello zingarettiano, di chiaro non c’è nulla, tranne la prassi sabauda di scappare a Brindisi quando le cose si mettono male.

Grazie anche per la chiusura dell’ospedale Forlanini, considerato un ente inutile e oggi ridotto a quasi discarica. Grazie per aver tagliato gli sprechi, come esigeva il nord Europa, vale a dire ospedali e scuola. O, forse, il nord Europa intendeva le vostre auto blu? O le loro eccellenze prefettizie? O le oro eccellenze diplomatiche? O l’apparato che ruota intorno ai molto onorevoli deputati e senatori?

Grazie per aver tagliato sugli anestesisti, sugli infermieri, sui medici, e non sul Quirinale e sui palazzi.

Grazie per averci detto con chiarezza che noi non contiamo nulla e che, anzi, siamo chiamati a sorridere e applaudire, quando Lei ci guarda dalla Sua Tivvù. «Ho visto un re…», cantava il nostro Jannacci, e ho visto un contadino, che rideva, rideva come un matto … Roba nostra, sa, perché canzoni e umorismo ce n’è anche in Lombardia.

Dai dai, conta su…ah be, sì be…. – Ho visto un re. – Sa l’ha vist cus’e`? – Ha visto un re! – Ah, beh; si`, beh.

– Un re che piangeva seduto sulla sella / piangeva tante lacrime, ma tante che / bagnava anche il cavallo!

E anche noi abbiamo visto un re, Lei, ridere soddisfatto. Siam tanto contenti che Lei sia guarito, e abbia potuto fare i tamponi.

Lo sa, molto onorevole etc etc. quanta gente il tampone lo sta aspettando? C’era proprio bisogno di esibirlo in pubblico? Della serie «io so io, e voi nun siete un cxxxo», come diceva quel marchese, romano come lei, che non le mandava dire? Grazie, comunque, perché ci ha mostrato quale sia lo spirito di sacrificio di un’intera classe politica, per carità, non solo del Piddì. I cosiddetti rappresentanti del Nord, con Lei stanno benissimo; Le sono molto simili.

Ho visto un re … E sempre allegri bisogna stare

che il nostro piangere fa male al re

fa male al ricco e al cardinale

diventan tristi se noi piangiam,

e sempre allegri bisogna stare

che il nostro piangere fa male al re

fa male al ricco e al cardinale

diventan tristi se noi piangiam!

Photo by Paweł Furman

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