di Marcus Dardi – Oggi è il culmine delle feste natalizie, la cui “stagione” è i iniziata il giorno di Sant’Ambrogio. Una bellissima e amatissima canzone legata alla tradizionale Festa degli obej obej le aveva aperte.
Piva, piva è un famosissimo canto natalizio tipico e caratteristico della città di Milano, ma conosciuto, oggi, in tutt’Italia.
La metrica di questo canto è classificabile come carola e come stornello.
Le origini di questo canto sono molto antiche e non possono essere datate con certezza. Per alcuni esperti musicologi discende persino dagli “auloi” dell’antica Grecia.
Il titolo della canzone si riferisce allo strumento a fiato usato dai pastori.
La Piva infatti appartiene alla famiglia delle cornamuse che in Italia chiamiamo più familiarmente zampogna.
E’ uno strumento a fiato costituito da una canna dove si soffia l’aria, da un otre/sacca di pelle che la raccoglie, da alcune canne di bordone da dove escono i suoni e da una canna forata, come un piffero, che dà la melodia al suono.
Nella zampogna le canne di bordone sono rivolte in basso mentre nella cornamusa sono rivolte in alto e sono ben sorrette da un telaietto. Nella Piva le canne di uscita del suono sono simili a quelle della zampogna ma più semplici e sottili.
Curiosità. Questa carola natalizia riuscì persino a conquistare il grande compositore austriaco Wolfang Amedeus Mozart.
Durante uno dei suoi soggiorni milanesi, girando per le vie della città in periodo natalizio, Mozart ascoltò questa canzone e se ne innamorò a tal punto di inserirla in una delle sue tre Opere italiane.
Nel terzo atto delle “Nozze di Figaro” del 1786, come apertura del brano corale “ricevete o padroncina” Mozart introdusse le prime battute della musica di piva, piva.
Immagine tratta da https://youtu.be/BQ1gzb30UiI