di Riccardo Rocchesso – Un’autorizzazione “speciale” a cui l’Unione Europea si sta adoperando per ottenere in brevi tempi, come è già successo con l’EMA, l’agenzia europea del farmaco, che aveva dato il via libera per la somministrazione del vaccino alle fasce più a rischio, più esposte della popolazione come gli anziani.
Il vaccino funziona (anche se non blocca il contagio) come scritto in questo articolo di oggi de La Stampa, la pre-sperimentazione realizzata da AstraZeneca e Università di Oxford (autori dell’anti-covid) avrebbe dimostrato che riduce i sintomi del Coronavirus a raffreddore e tosse, ma ci vorrà una doppia dose.
Ma, giustamente, La Stampa, come è stato sottolineato da un utente di Facebook su questa stampata del giornale, scrive che somministrare un vaccino in corso di sperimentazione può “aprire la strada a contenziosi e richieste di risarcimento”.
Infatti verrà attuato uno scudo legale, ovvero una responsabilità 0 delle case produttrice rispetto a quella totale che si prenderebbe lo Stato nel dover finanziare eventuali risarcimenti per danni.
In una fase due invece, le aziende del farmaco e gli stati dividerebbero 50 e 50 gli eventuali costi legali.
Ed in una ipotetica fase 3 andrebbero totalmente a carico dei produttori.
Insomma il vaccino più promettente, quello di AstaZeneca ed Università di Oxford sponsorizzato principalmente da Bill Gates, di cui abbiamo già ordinato 400 milioni di dosi che avrebbe già superato i test e non produrrebbe alcun danno alla sicurezza dell’individuo, verrebbe somministrato in due fasi, la prima a fine anno (senza sperimentazione terminata) ed un altra in primavere, il richiamo.
Ci dobbiamo fidare?