Consenso informato e vaccinazione anti Covid: dubbi di illegittimità. Rischio di cause e processi

30 Dicembre 2020
Lettura 2 min

di Luigi Basso – Dal 10 marzo 2020, allorquando diritti costituzionali fondamentali sono stati sospesi / limitati con atto amministrativo (DPCM), la parte della Costituzione dedicata ai diritti dei cittadini è sostanzialmente inapplicata in forza di un tacito comportamento convergente di tutti i poteri dello Stato, per facta concludentia.
L’asportazione della parte dei diritti dalla Costituzione è giustificata implicitamente dai poteri dello Stato con lo Stato di Necessità causato dall’emergenza epidemiologica da Covid 19.


Lo stravolgimento della Costituzione senza il rispetto delle procedure che la Costituzione medesima pure contempla, è una rottura del contratto sociale irreparabile ed irreversibile: un atto rivoluzionario strabiliante e dal quale non è possibile tornare indietro neppure volendolo.

Oggi si è sospesa la Costituzione con la necessità scatenata da un’epidemia, domani non vi saranno problemi a invocare un altro Stato di Necessità: una volta che si è creato il precedente, tutto diventa possibile.

Questa lunga premessa è necessaria, dal momento che, parlando dei dubbi di legittimità della procedura per la raccolta del consenso informato per il vaccino anti Covid 19 della Pfizer, si potrebbe sollevare l’eccezione che si sta guardando una pagliuzza, ignorando la trave dell’amputazione dalla Costituzione della parte dei diritti.

In realtà, ci rendiamo conto perfettamente della gravità della situazione di limbo costituzionale in cui ci troviamo da mesi, ma ciò non può esimere dal segnalare le gravi criticità giuridiche e legali che pongono quasi ogni giorno l’azione del Governo Conte e dei suoi Ministri, la complicità della sua maggioranza parlamentare, l’apatica reazione della opposizione e il collaborazionismo di molti Governatori di Regione.

Da poche ore è iniziata la prima somministrazione di qualche migliaio di dosi del vaccino Pfizer.
Al di là dei problemi tecnici legati alla sua conservazione e trasporto in condizioni di temperatura sotto i -60 gradi e di assenza di luce che in Germania hanno portato al blocco diffuso della somministrazione, qui preme evidenziare come la raccolta del consenso informato, prevista dal Ministero della Salute e scaricata sul personale medico e sanitario che somministra il vaccino Pfizer, è veramente lacunosa e carente dei requisiti minimi previsti dalla Legge n. 219/2017.


La raccolta del consenso informato, secondo l’allegato 1 alla Circolare del Ministero della Salute del 24/12/2020, non sembra contenere infatti alcun elemento utile al fine di ritenere che il consenso rilasciato dal paziente sia pienamente informato e dunque valido: il rischio per i sanitari che somministrano il vaccino e per le strutture sanitarie dalle quali dipendono (e, in senso più venale, per le Compagnie di Assicurazione relative) è che il consenso rilasciato dal vaccinando, in caso di esito infausto, possa essere impugnato con successo dall’interessato o, in casi estremi, dai suoi eredi, con le conseguenze che si possono ben immaginare.


Infatti, il consenso per essere valido deve essere, appunto, informato: la legge richiede a tal fine che il sanitario debba indicare analiticamente nella scheda del consenso le informazioni che ha dato, in particolare deve spiegare le condizioni di salute del paziente ed informare il paziente riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati, nonche’ riguardo alle possibili alternative e alle conseguenze dell’eventuale rifiuto del trattamento sanitario.


Il Modello allegato alla Circolare di cui sopra appare assolutamente carente e mancante dei requisiti stabiliti dalla Legge.
Infatti il Modulo contiene la dichiarazione prestampata da attribuire al paziente che gli sono stati illustrati i benefici ed i rischi del vaccino e le alternative terapeutiche, ma non si dice quali siano: si chiama tautologia, ovvero “io sottoscritto Pinco Pallino presto il consenso informato perché mi avete informato”, ma questo non appare legittimo se non si dettagliano le informazioni date.


Ma vi è qualcosa di più stravagante ancora.
Nel Modello di consenso vi è un allegato tecnico che il paziente dichiara di aver letto e compreso: al punto n. 10 è scritto che “Non è possibile prevedere al momento danni a lunga distanza”.
In aggiunta, nella scheda tecnica si ammette che non è noto neppure per quanto tempo duri la copertura vaccinale: mesi, anni, decenni ? Boh.
Insomma, bisogna sperare che vada tutto bene e non vi siano complicazioni: in caso contrario prevediamo valanghe di cause e procedimenti penali.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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