Zaia dichiara di avere la disponibilità di Israele per attuare un sistema di tracciamento della popolazione. Ma lo vogliamo davvero?

L'emergenza Covid-19, come l'11 settembre 2001, porta con se uno strascico di nuove tecnologie che riducono la privacy dei cittadini.
27 Marzo 2020
Lettura 1 min

di Riccardo Rocchesso – Ha fatto molto discutere la proposta fatta ieri da Zaia: far tracciare i telefonini dei cittadini per visionare il GPS e conoscere gli spostamenti utilizzando sistemi israeliani (come se noi italiani non fossimo capaci di realizzare un tracker gps, ndr).
Siamo in un periodo di emergenza, e dobbiamo secondo lui ma anche secondo altri, rinunciare alla nostra privacy a tutti i costi per fare fronte a questa emergenza.

Dopo i Droni testati a Treviso e in altre città a sindaco leghista, sempre per visionare i movimenti delle persone e controllare gli assembramenti, la Lega dimostra forse la sua inclinazione naturale e predisposizione nel limitare la privacy dei cittadini? Speriamo di no.

Luca Zaia ha dichiarato: “In questo Paese sono convinto che in questo momento bisognerebbe sospendere le norme sulla privacy e lasciare ai sistemi sanitari di essere un po’ più liberi”, ha detto parlando ai cronisti. E ha continuato: “Sulla tracciabilità abbiamo disponibilità anche da Israele per la verifica degli spostamenti con sistemi intelligenti. Il sistema migliore è puntare sul senso civico”. 

Un altro punto interrogativo sul futuro, un’altra proposta pericolosa che può ledere pesantemente la nostra privacy.
Siamo sicuri che dopo l’emergenza tutta questa nuova tecnologia, sparirà insieme al Covid-19?


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