Quella Via della Seta che porta aiuti sanitari. La diplomazia culturale ha fatto il miracolo. L’arte non si mette mai da parte

27 Marzo 2020
Lettura 5 min

di Stefania Piazzo – Un anno fa. Quella Via della Seta, quella visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia. Quella restituzione di 796 opere d’arte trafugate, riscoperte, patrimonio del popolo cinese, la prima nella storia di uno Stato, da parte dell’allora ministro ai Beni culturali, Alberto Bonisoli. Quella coincidenza di date tra quella restituzione di allora, un anno fa, tra il 22 e il 23 marzo 2019, e gli aiuti di oggi di Pechino…

Bene che chiama bene. Quell’apertura di credito che non era finanza, ma arte, umanità fatta storia, pietra miliare della creatività quando Roma ancora era terra e fango mentre laggiù già plasmavano la bellezza.

Questa coincidenza ci confonde ed emoziona, forse alla ricerca di speranza, forse senza bisogno di cercare troppe spiegazioni. E’ un dato di fatto, ciascuno può leggerlo da vicino o da lontano. Con comune stupore.

Come in un lungo cammino, di mani e volti che sfuggono ai calcoli degli accordi e al bilancino della finanza, quel percorso di storia dà e riceve, ci porta l’arte del dono. Aiuti, fisici, concreti, dalla Cina, per tirar fuori oggi, ora e subito dall’abisso le nostre vite nella terza guerra mondiale virale.

Il ministro Alberto Bonisoli in questa e nelle immagini successive a Palazzo Madama, dove ci fu l’incontro bilaterale tra i governi

I titoli di un anno fa sono questi.

Arte, Mibac restituisce alla Cina 796 opere trafugate. Affari Italiani.

Anche la cultura al centro della Via della Seta tra Italia e Cina. Corriere nazionale

Cina: Bonisoli, abbiamo restituito 796 reperti archeologici. Adnkronos

VIA DELLA SETA: RAPPORTO ITALIA-CINA SI RINNOVA . Beniculturali.it

Restituiti alla Cina 796 reperti rubati e rivenduti in Italia. Askanews

Cina, firmate quattro intese tra gemellaggi e lotta al traffico opere. www.qaeditoria.it

Bonisoli, restituiti 796 reperti paleontologici e archeologici sottratti al patrimonio culturale cinese. THE JOURNAL OF CULTURAL HERITAGE CRIME

Mibac. Via della Seta: Italia-Cina siglate intese per la lotta al traffico illecito e la valorizzazione di 107 siti Unesco. Artemagazine.it

Tecnicamente si tratta di questo.

Scheda tecnica

Il recupero di 796 beni archeologici è frutto di una lunga attività investigativa, condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza, su un lotto di reperti archeologici cinesi di dubbia provenienza messi in vendita a Roncadelle (BS).

I beni provengono da diverse aree della Cina e risalgono ad un arco di tempo compreso tra il Neolitico (3500 – 1700 a.C.) fino alla Dinastia Ming (907– 1664 d.C.). I primi accertamenti svolti dagli esperti hanno consentito di stabilire che i beni risultavano in prevalenza assimilabili a quelli ritrovati negli scavi archeologici eseguiti nella provincie di Gansu, Qinghai, Shaanxi e Sichuan, riferiti al periodo storico compreso tra il 3500 a.C. ed il XVII secolo.

L’esame compiuto dalle competenti autorità della Repubblica Popolare Cinese ha accertato l’autenticità dei beni e la loro appartenenza al patrimonio culturale della Cina. Il 5 novembre 2018, al termine di una complessa vicenda giudiziaria civilistica incentrata sulla proprietà dei beni, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano ne ha disposto la restituzione alla Repubblica Popolare Cinese.

La liturgia vuole che il nostro ministro Bonisoli incontri al Museo Nazionale di Palazzo Altemps a Roma, il Ministro della Cultura della Repubblica Popolare Cinese, Luo Shugang. E’ il 22 marzo 2019. E lì tutti e due si scambiano il reciproco impegno per rafforzare la cooperazione culturale e l’impegno a collaborare sulla lotta al traffico illecito di beni culturali. Punto. Una bilaterale che, col senno di poi, diventa un monumento.

La firma del memorandum tra il ministro Luo Shugang e il ministro Alberto Bonisoli

“E’ un grande onore avere la possibilità di dialogare in maniera molto forte e approfondita con un Paese amico come la Repubblica Popolare Cinese. Oggi restituiamo una serie di oggetti che abbiamo trovato in Italia di provenienza illecita e che appartengono al patrimonio culturale della Repubblica Popolare Cinese, recuperati grazie all’attività del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale”. E l’allora ministro aggiunge:

“Nel 2020 ricade il 50/mo anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche tra i nostri Paesi. Sarà l’anno del gemellaggio culturale tra Italia-Cina – ha dichiarato il ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli – Contiamo di avviare collaborazioni in diversi campi: dalla musica all’arte contemporanea, dal design alla gestione del paesaggio, ma anche nella formazione”.

“Intanto abbiamo cominciato – ha continuato – restituendo 796 beni trafugati alla Cina. Ho già concordato con il ministro della Cultura cinese, che le opere saranno esposte in mostra a Pechino, nell’ autunno del 2020”. Parole del ministro, un bocconiano, studi a Cremona, figlio dell’istruzione rigorosa delle Suore Dorotee di via Manzoni. Quella Cremona flagellata che torna e ritorna nell’economia circolare della vita. A volte la storia ti passa sotto il naso.

Ma la Cina non è stata l’unico contatto diplomatico. La diplomazia culturale si era già mossa in più direzioni (si va dalla restituzione di un quadro ai tedeschi, mentre Berlino ci restituiva il noto “Vaso di Fiori” a Firenze. Appena prima della Cina, il ministero aveva restituito centinaia di ex voto al Messico, ndr). Obiettivo: eliminare il mercato illegale dell’arte, azzerare la ricettazione.

La restituzione delle opere cinesi, peraltro, si era arricchita grazie anche ad un sequestro particolare: era finita nel mirino degli investigatori una centrale di televendite. Nell’insieme si trattava comunque di opere vuoi portate via da chi scappava dalla Cina comunista vuoi da altri canali con l’immigrazione più recente.

Dopo la firma, a Palazzo Altemps a Roma

Due sono i giorni da ricordare. Quello della consegna ufficiale. E quello dell’incontro col presidente cinese, il giorno dopo. Nello stesso giorno, la tv cinese volle realizzare un servizio con un’archeologa sui reperti consegnati. Avvenne a Villa Madama, appena prima del pranzo di Stato. E il presidente cinese, fuori dal copione, nel suo intervento inserì un passaggio facendo riferimento alla consegna delle opere. Mai accaduto prima! Era stato il giorno dello scambio dei trattati bilaterali, tra cui uno dedicato alla diplomazia culturale.

Un grande segnale reciproco di attenzione. Grazie all’arte. Precedenti di cooperazione? Di certo sì, quando già ai tempi nefasti della Sars ci furono importanti aiuti. Certo oggi si è andati molto oltre.

Le notizie parlano da sole, non vanno neppure commentate. Ciascuno tragga le sue conclusioni. Soprattutto ci si arrenda all’idea che l’arte non è accessoria, non è succedanea, non è un’opzione, non è da mettere da parte. Non esistono solo bazooka finanziari, ma anche culturali, artistici, perché esprimono l’identità di un popolo, di una nazione, testimoniano una appartenenza, una bandiera, una società, una comunità, una storia. Non sono gli Stati a decidere a chi appartengono. Sono del popolo che li ha generati dalla propria terra madre. L’identità è il più grande veicolo di pace dopo la guerra.

Due parole anche sul Messico…

Il 6 marzo 2019, nella Sala della Crociera del Ministero per i beni e le attività culturali, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri restituiva alla Segretaria di Cultura degli Stati Uniti Messicani, Dottoressa Alejandra Frausto Guerrero, 594 dipinti ex voto databili tra il XVIII ed il XX secolo, illecitamente sottratti al patrimonio culturale messicano ed esportati illegalmente in Italia.
 
Le opere, che sono state asportate tra il 1960 ed il 1970 da vari luoghi di culto del Messico, erano state individuate e sequestrate, nel giugno del 2016, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, in due musei, uno lombardo e l’altro piemontese, ove erano giunte a seguito di una donazione da parte di un noto collezionista milanese, nel frattempo deceduto.

La ministra messicana alla Cultura, il ministro Bonisoli e il generale Nistri

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