Cartabellotta (Gimbe):”Alla prima zona gialla saranno i vaccinati a protestare per la libertà negata a causa dei no vax contagiati”

9 Novembre 2021
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Per Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe che analizza i dati della pandemia, “il lockdown dei non vaccinati avrebbe un senso etico e sanitario, ma sarebbe complicato dal punto di vista sociale e giuridico”. Lo dice in un’intervista alla Stampa, spiegando che di fatto “significherebbe togliere l’opzione del tampone dal Green Pass e rendere la vaccinazione obbligatoria per lavorare o entrare nei locali. Una via giusta, ma politicamente complicata viste le proteste”. “Purtroppo – aggiunge – la scelta individuale di non vaccinarsi, quando viene presa da 7 milioni di persone, ricade sulla libertà di tutti. Alla prima zona gialla potremmo assistere alle proteste dei vaccinati. A Trieste c’è già stata la raccolta di firme contro la minoranza rumorosa”.

Basterà il richiamo agli over 50? “Per ora siamo agli over 60, poi si scenderà con l’età. Il problema è che si sta procedendo troppo piano. Per soddisfare la crescente platea bisognerebbe richiamare ogni settimana 8-900 mila persone, 12 milioni di over 60 entro fine anno, ma in realtà ne facciamo 565 mila a settimana. Occorre accelerare per evitare il ritorno del virus, tenendo aperti i centri vaccinali e chiamando attivamente le persone”. E sugli under 12 – conclude – “dopo l’autorizzazione dell’Ema servirà una campagna rassicurante contro la disinformazione crescente a riguardo e bisognerà chiarire se se ne occuperanno i pediatri o i centri vaccinali in spazi dedicati”.

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