“Il Def 2023 conferma che la sanità pubblica non rappresenta una priorità nemmeno per l’attuale governo, così come per i precedenti. Ci saremmo aspettati una minima iniezione in più di denaro pubblico, invece si va indietro. I governi non credono che investire nella sanità pubblica abbia un ritorno elettorale e in termini di sviluppo economico del Paese”. Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, su Radio Cusano Campus. “Tutti gli altri Paesi – ha spiegato – si sono resi conto che il livello di salute e di benessere della popolazione porta un beneficio a livello economico. Siamo uno dei Paesi più longevi d’Europa, ma qui si invecchia male e ci sarebbe bisogno dunque di un potenziamento del SSN. Le liste d’attesa si estendono a lunghezze non più gestibili, la gente deve andare a curarsi nel privato, chi non ha soldi o si impoverisce o rinuncia alle cure. Ora stiamo cominciando a toccare con mano una serie di conseguenze legate a un complessivo disinteresse della politica rispetto al SSN. In alcune Regioni anche il privato comincia ad entrare in difficoltà. Noi dobbiamo distinguere la crescita delle grandi holding private da quella che è l’offerta complessiva del pubblico-privato nelle varie aree del Paese. Il nord ha una capacità produttiva di prestazioni di 10 volte superiore al sud. Il problema è che non si riesce a mantenere un accesso ai servizi sanitari di qualunque natura che siano pubblici o privati”, ha concluso Cartabellotta.
Gimbe: Sanità pubblica è fuori dalle priorità di Roma
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