di Riccardo Rocchesso – Avevamo tutti eseguito il tampone, avrebbe dichiarato Di Maio, probabilmente, il giorno dopo ad una eventuale intervista di qualche giornalista “malizioso”.
Ma la foto pubblicata il 10 marzo, postata forse ingenuamente, con il premier Conte e molti alti funzionari statali, accalcati, mentre guardano un monitor con lo “spread” del contagio del Corona “Vairus” fa sorridere, anzi no, fa piangere in questo momento di sacrifici e limitazioni forzate imposte al popolo.
Questo Il post scritto dal nostro Ministro degli Esteri che accompagna la foto.
Stiamo continuando a lavorare con il massimo dell’impegno. Siamo chiamati a farlo anche perché abbiamo il dovere di tutelare il popolo italiano che rappresentiamo in Italia e all’estero.
In questa fase il lavoro di squadra della politica è fondamentale a tutti i livelli istituzionali. La gestione di questa emergenza vede impegnato tutto il governo. Ogni singolo ministro sta contribuendo ad affrontare, e risolvere, questa crisi. Ognuno nel suo campo e con le proprie competenze. In particolare un grazie per il loro lavoro al Presidente del Consiglio Conte, al Ministro Speranza, ai Presidenti di Regione e ai tanti Sindaci.
Questa è una sfida che si vince insieme. Ce la possiamo fare se coordiniamo le azioni a tutti i livelli istituzionali, lavorando uniti.
Uniti, insieme, vicini, accalcati aggiungerei.
L’opposto di quello che è stato deciso proprio quel giorno, in quella sede, verso i cittadini italiani.
L’ennesima bella figura che potevamo evitare, ma alla fine è solo uno dei tanti post su Facebook di Luigi Di Maio, Nemo Propheta in Patria, di cui molto probabilmente non resteranno traccia in un futuro prossimo.