di Cassandra – Niente di nuovo sotto il sole di Roma. L’autonomia differenziata non è in calendario. Quindi avanti, cioè fermi, fino a data da destinarsi. C’è la guerra, ci sono le bollette. Semmai la questione può diventare buona per aprire la campagna elettorale delle regionali e “farla vedere” per tenere buono l’elettorato e promettere l’arrivo del Messia.
Di presidenzialismo non si sente parlare, dunque, tutti fermi. Sottolinea infatti l’Agi che “il ddl Calderoli non dovrebbe trovare spazio in Cdm almeno fino all’approvazione della legge di bilancio. “Bisogna tener presente innanzitutto il quadro generale dell’impianto”, osserva un altro esponente dell’esecutivo, “non si può certamente partire subito dall’autonomia”…. Poi, con l’inizio dell’anno prossimo, la maggioranza valuterà anche quale sarà lo ‘strumento’ per il confronto e l’esame delle riforme costituzionali e non è detto che sia una Bicamerale. Ad occuparsi della materia dovrebbe essere in ogni caso l’ex presidente del Senato Marcello Pera“.
Ci faranno addormentare, ancora.
“Nella bozza del ddl non c’è alcun obbligo per il governo, prima di chiudere l’accordo sulle materie da delegare alla Regioni, di stabilire i Lep, ovvero i servizi e quelle prestazioni che lo Stato deve garantire in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, in quanto consentono il pieno rispetto dei diritti sociali e civili dei cittadini”.
Così ci sarà motivo di incagli. Già De Luca, governatore campano, annuncia che si tratta di “spezzare l’unità nazionale”. “Già abbiamo un’intesa raggiunta con la Puglia, la Basilicata, la Calabria, il Lazio, il Molise, ma credo che ci sia un dibattito aperto anche nel Centro e nel Nord del Paese”, continua.
Più entusiasti invece sono i governatori dell’Emilia Romagna Bonaccini a quello della Toscana Giani.
Il ministro Calderoli intanto replica al governatore campano:
“Ringrazio l’interesse manifestato sull’autonomia differenziata da parte del governatore campano Vincenzo De Luca e dei tanti, parlamentari o sindacati, che stanno chiedendo il ritiro di una proposta, la mia proposta, che non essendo mai stata presentata da nessuna parte non si vede come possa essere ritirata”, scrive in una nota.
Niente di niente. “Quello che ho messo sul tavolo è una bozza di lavoro per iniziare a confrontarci e a lavorare – osserva ancora – auspico che la versione definitiva di questo testo possa essere scritta con il contributo di tutte le Regioni, perche questa è una bozza parta a ogni tipo di proposta, a ogni tipo di contributo. Ma a condizione che ci sia una leale collaborazione reciproca da una parte e dall’altra”.
Chi bozza vive sperando, di bozza “muore” cantando. sarà un’altra legislatura di aria fritta?