Disastro G7 / NATO: tra Turchia e Price Cap l’Occidente ha perso la testa?

30 Giugno 2022
Lettura 2 min

di Luigi Basso – Il Premier Mario Draghi ha esordito nella conferenza stampa a margine del G7 tenutosi in Germania parlando di “successo”.
Al di là della propaganda a buon mercato, che, appunto, come tale non costa nulla, il tema principale affrontato nella riunione dei decadenti (o, meglio, già decaduti) ovvero il tetto al prezzo di acquisto del gas (Price Cap) non ha portato a nulla.
Sul Price Cap il Premier Draghi, al quale piace molto far vedere ai provinciali italiani che lui sa l’inglese perché è un uomo di mondo, non ha ottenuto nulla: il Consigliere USA di Biden, Sullivan, ha ammesso che non si sa bene come funzionerà e che occorrerà lavorarci sopra perché non si è mai visto un simile meccanismo.


In effetti il tetto al prezzo di una merce può certamente essere messo dal venditore quando vuole (essendo questi libero, al limite, di lavorare in perdita), ma che il limite massimo del prezzo di una merce sia imposto dal compratore, questa non si era sentita finora neanche al Circo.
Poco dopo, al vertice NATO di Madrid è andata pure peggio. Sulla Turchia i Paesi NATO sono riusciti a compiere un pasticcio di dimensioni davvero epocali e probabilmente il groviglio di errori commessi fornisce la vera misura del livello dei governanti occidentali.


Per sbloccare il veto turco all’ingresso della Svezia e della Finlandia nella NATO, i Governi hanno fatto da sponda ad un memorandum tra i tre Paesi interessati assolutamente incredibile.
In buona sostanza la Turchia si impegna a togliere il veto in cambio del suo pieno riconoscimento come interlocutore in materia di diritti umani (meno male che, solo ad aprile del 2021, Erdogan era un dittatore, Draghi dixit) al punto che il PKK ed altre organizzazioni curde vengono inserire tra i terroristi e dalla Svezia e dalla Finlandia saranno estradati in Turchia quei curdi sospettati di appartenere a tali organizzazioni che hanno trovato a migliaia un approdo (finora) sicuro in Svezia e Finlandia.


In pratica, la NATO, per far entrare al suo interno due stati piccoli e poco armati, che oltretutto de facto sono già in orbita NATO tramite la UE (Svezia e Finlandia sono nella UE che a sua volta ha un trattato UE/Nato di cooperazione dal 2003), perde il potente alleato Curdo (che conta solo tra i peshmerga 200.000 unità militari) in uno scacchiere decisivo come quello medioorientale nella lotta contro l’ISIS e stringe un accordo con un alleato poco affidabile come il Presidente Turco, abilissimo doppiogiochista.
Dopo l’abbandono degli afghani al loro destino, arriva a distanza di meno di un anno l’abbandono dei curdi da parte dell’Occidente: nessun popolo si fidera’ più degli USA o della NATO come alleati, sapendo che potranno essere scaricati in qualunque momento.


Dopo la firma del memorandum Svezia e Finlandia hanno perso il loro status di Paesi all’avanguardia nella tutela dei diritti umani.
Peraltro, capolavoro nel capolavoro, probabilmente, il memorandum non sarà neanche realizzato, poiché i Tribunale svedesi e finlandesi facilmente bloccheranno l’estradizione di curdi in Turchia.
Non c’è molto altro da commentare: veramente un bel successo.

Immagini con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT

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