“Quando sono stato assolto, Salvini mi ha mandato la sua solidarietà. Lo ringrazio, ma non dimentico che, quando venne in campagna elettorale a Lodi dopo le mie dimissioni, mimò il gesto, barbaro, delle manette”. Così l’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti in un’intervista a Repubblica. “Sono contento delle scuse di Di Maio, non me le aspettavo. Voglio credere e sperare che il suo ravvedimento sia sincero. Adesso vorrei che dal mio minuscolo caso potesse scaturire una riflessione più generale”, aggiunge, “un’attenzione maggiore sulla custodia cautelare preventiva.Purtroppo, il mio fu un caso di scuola al contrario: non dovevo essere arrestato”. “All’epoca, il M5S ha avuto un comportamento inqualificabile. Ma, adesso, mi aspetterei delle scuse anche da parte della Lega e di Salvini. La politica non si fa con il tintinnare delle manette, ma con le idee”, rimarca Uggetti, con il mea culpa di Di Maio “siamo davanti a un’inversione a U, ma la mia è un’apertura di credito. Immagino ci sia stato un processo di maturazione e che le esperienze di Nogarin, Appendino o Raggi abbiano fatto capire loro che stavano sbagliando. Spero che ora questo percorso venga completato”. Dal Pd “molti vennero a trovarmi in carcere. Diciamo che l’allora segretario Renzi, verso il quale non ho acrimonia, mi scaricò un po’ troppo velocemente. Fece un errore politico. Tempo dopo, quando lo rividi, mi chiese come stessi, del carcere, perché tutti pensano che sia il carcere il problema, quando il brutto arriva dopo. Glielo dissi: hai sbagliato sul caso Tempa Rossa e sulle dimissioni della ministra Guidi. Cambiò discorso”. A proposito, invece, della proposta di Buffagni che vorrebbe che Pd e M5S lo candidassero nel collegio di Siena, l’ex sindaco di Lodi sottolinea che “sono i territori a dover esprimere i loro candidati”.

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