“I cani sono stati oggetto di una brutale e ingiustificata aggressione armata, inescusabile ed eccedente senz’altro la necessita’ di tutela, avendo la proprietaria di fatto avuto modo di raccogliere materiale documentale, che verra’ posto in mano agli inquirenti, dal quale risulta provato che il presunto aggredito sia stato immediatamente dimesso dal pronto soccorso ed avvistato appena due giorni dopo i fatti, con lesioni non compatibili con la supposta aggressione denunciata e con la gravita’ descritta della stessa, evidenziando, di fatto, solo lievi ferite medicate con semplici cerotti e garze”. Lo specificano gli avvocati Francesca Capodagli e Rita Ronchi, difensori di una donna residente a Medicina (Bologna), proprietaria di due cani, uno dei quali e’ stato ucciso da un vicino a colpi di fucile dopo che gli animali stavano tentando di entrare in un pollaio. Si tratta non di pitbull, come riportato dalla stampa, ma di due American Staffordshire, precisano i legali, “noti alla comunita’ per essere mansueti e docili, rispettivamente di 18 mesi, la femmina colpita feralmente dall’arma da fuoco e di appena tre anni il maschio, salvatosi scappando dai colpi di fucile, che sarebbero stati almeno due”. Le ferite subite dall’uomo sarebbero state, proseguono gli avvocati “verosimilmente occorse quando ha tentato di togliere la gallina dalla bocca di uno dei due cani, inserendo in maniera imprudente le mani nel mezzo della baruffa ed avvicinandosi col viso agli animali, spaventandoli, provocando cosi’ una loro reazione istintiva ed involontaria, detta rediretta, rimanendo anche graffiato. Si esclude fermamente che alcuno dei due cani lo abbia morso al viso come riferito ai giornali, altrimenti, l’uomo sarebbe stato gravemente sfigurato e non di certo curato con un semplice piccolo cerotto sulla guancia”. La proprietaria dei cani “ha comunque diligentemente gia’ denunciato il sinistro alla propria assicurazione, che istruira’ la pratica e provvedera’ al risarcimento di tutti i danni, se li riterra’ dovuti, provati ed eziologicamente connessi e compatibili con la dinamica denunciata”. E’ bene infine ricordare, continuano, “che l’uccisione di animali e’ un reato procedibile d’ufficio per l’accertamento del quale la nostra la nostra assistita ha pero’ comunque ritenuto di sporgere querela, al fine di ottenere giustizia per la sua cucciola, potersi costituire parte civile e poter partecipare attivamente alle indagini anche con attivita’ difensiva, collaborando con gli inquirenti al fine di ricostruire la dinamica in maniera corretta ed evitare che la realta’ sia ulteriormente distorta a scapito della forse scomoda, verita’”.
Cane ucciso, legali ‘brutale e ingiustificata aggressione’
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