Tassi in costante crescita. Aumenti fino al 70%

6 Settembre 2023
Lettura 3 min

 

Il costo del denaro è aumentato di 425 punti base da luglio 2022, portando ad agosto il Tan fisso medio a 3,84% e il Tan variabile medio a 4,93%. Questa forbice così significativa fa propendere i mutuatari verso la sicurezza di un fisso, scelto dal 93,4% dei richiedenti negli ultimi due mesi, rispetto a poco oltre il 50% di un anno fa. 

Lo si apprende dall’Osservatorio di MutuiOnline.it, da cui emerge anche l’aumento del reddito medio dei richiedenti, che è cresciuto ancora di 101 euro rispetto al trimestre precedente (da 2.803 euro a 2.904 euro) ed è ormai quasi 900 euro più ascensore rispetto a inizio 2022. “Se invece puntiamo la lente d’ingrandimento a livello regionale, quali sono le tendenze principali che stanno caratterizzando questa stagione di aumento dei tassi d’interesse? In generale calano gli importi dei medicinali richiesti, aumenta la durata media per spalmare il finanziamento su più anni e riduce la rata (aumentata complessivamente del 48%)”, argomenta l’Osservatorio. Rispetto al 2022 sono evidenti i cali negli importi dei medicinali richiesti: secondo i dati di MutuiOnline.it la Liguria fa registrare un -9,1% (da 128.255 euro a 116.647 euro), il Piemonte un -8% (da 128.764 euro a 118.505 euro), la Lombardia un -6,9% (da 167.611 euro a 156.023 euro), l’Emilia-Romagna un -6.6% (da 147.384 euro a 137.729 euro) e il Veneto un -6,3% (da 141.035 a 132.192 euro). d’Aosta (-4,7%) e il Friuli (-4,3%). Più limitati gli effetti per la regione col più alto importo medio richiesto in Italia, cioè il Trentino-AA, che perde solo il 2,7% (da 191.071 euro a 185.873 euro). La durata media del mutuo cresce un po’ ovunque, e in maniera particolarmente significativa proprio in Trentino: qui la durata media di un mutuo per acquistare una prima casa è cresciuta rispetto al 2022 da 25 anni e 4 mesi a 26 anni e 6 mesi. 

– La decisione degli importi medi e l’aumento della durata sono sicuramente dovuti all’aumento significativo dei tassi. Infatti, ipotizzando che il costo medio del mutuo nel 2022 fosse del 2,3% e nel 2023 sia del 3,7% (entrambi i dati pari al tasso medio dei fissi nei due anni) i richiedenti quest’anno spendono il 47% in più al mese rispetto al 2022, pari a 140 euro in più. Calano anche nel Centro Italia gli importi medi richiesti rispetto al 2022: -10,6% nelle Marche (da 127.163 euro a 113.668 euro), -7,4% in Umbria (da 120.678 euro a 111.727 euro), -6,6% in Toscana (da 148.261 euro a 138.513 euro) e in Abruzzo (da 119.801 euro a 111.854 euro). Il Lazio, la seconda regione d’Italia per importi richiesti, il calo è solo del 4,9% (da 165.763 euro a 157. 595 euro) e in contemporanea l’LTV passa dal 72,7% al 70%, in media più rispetto alle altre regioni del centro Italia. Le durate del mutuo invece aumentano mediamente dell’1,6% e la rata in media del 48%, in pratica pari a 142 euro in più al mese. Nel Sud e nelle Isole gli importi calano mediamente del 2,4%, in misura minore rispetto a Nord e Centro Italia, probabilmente grazie al costo più ridotto dell’immobiliare. Il Molise risulta essere l’unica regione in controtendenza rispetto al 2022, infatti cresce l’importo medio richiesto (+8,3%, da 101.901 euro a 110.353 euro) e di conseguenza aumenta di oltre il 70% la rata media che passa da 198 euro a 338 euro. 

 La regione con il calo più consistente dell’importo medio è la Puglia con un -5,2% (da 122.612 euro a 116.265 euro), segue la Sicilia con -5,1% (da 115.247 euro a 109.399 euro ), poi la Basilicata con un -4,4% (da 121.664 euro a 116.322 euro), la Calabria con -4,1% (da 109.043 euro a 104.542 euro), la Sardegna con -3,6% (da 125.091 euro a 120.560 euro) e per finire la Campania con un -2,7% (da 139.745 euro a 136.032 euro). Meno cambiamenti sulle durate rispetto al resto d’Italia, dove c’è sì un allungamento, ma in misura più contenuta (mediamente +1,3%); scendono gli LTV soprattutto in Campania e in Basilicata (rispettivamente -4,5% e -4,2%). A gennaio sono tornati i mutui giovani per tutto il 2023: gli under 36 possono quindi usufruire di vantaggi fiscali e della garanzia statale sui mutui acquisto prima casa fino all’80% del valore dell’immobile, a patto di avere un ISEE inferiore ai 40.000 euro. A livello nazionale l’età media dei richiedenti mutuo si è abbassata di 4 mesi dal 2022 al 2023, indicando un timido effetto di questa estensione della norma, che ricordiamo era stata invece molto efficace al suo lancio da parte del governo Draghi nella seconda metà del 2021. A livello regionale l’impatto più evidente è stato in Trentino-AA, dove i richiedenti sono passati da un’età media di 37 anni e 1 mese a 35 anni e 9 mesi. Segue poi l’Umbria che è passata da quasi 38 anni di età media a 36 anni e 8 mesi e chiudendo il podio la Sicilia che è passata da 37 anni e 9 mesi a 36 anni e 10 mesi. In tre regioni invece vediamo un aumento dell’età media dei richiedenti: in Sardegna si è passati da 37 anni e 9 mesi a 38 anni e 5 mesi, in Molise l’aumento medio è stato di 3 mesi e in Abruzzo di 1 mese. 

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