Giornata contro violenza sulle donne? Ipocrisia al potere. Da stipendi più bassi ad una vita per affermarsi alla sottovalutazione del macho. Nascere donna è una sfiga

25 Novembre 2020
Lettura 1 min

di Stefania Piazzo – Denunce sottovalutate. Processi farsa. Persecutori senza freni. Scusate ma la giornata che tinge tutto di rosso non mi prende, non mi rapisce, non mi coinvolge. Non credo alle operazioni di facciata. L’Italia è un paese culturalmente arretrato. Razzista e persecutore. La violenza sulle donne è l’ultimo tassello di un mondo che vede la donna sempre e comunque dietro. Dietro nella ricerca del lavoro, perché se non dimostri di essere come un uomo non ti puoi affermare. Dietro nel posizionamento sociale, perché la donna deve fare più lavori, la casa, i figli, la famiglia, la carriera. Dietro nella busta paga, perché la retribuzione femminile è sempre meno rispetto a quella degli uomini di pari mansioni. Dietro nei ruoli chiave nelle istituzioni. Perché avrebbe altro da fare, dicono, mentre gli uomini sono più “portati” per le cariche.

E ci stupiamo se ci stuprano, ci ammazzano se alziamo la testa, se rivendichiamo l’autodeterminazione ad essere esseri umani? Davvero crediamo sia un fenomeno di oggi? Davvero pensiamo che prima le donne non venissero ammazzate di botte dentro il caro focolare domestico? Davvero riteniamo che le nostre madri, le nostre nonne, non siano state sottomesse e non abbiano reagito per amore della famiglia e dei figli e per non perdere un tetto? Davvero pensiamo di essere una Repubblica dove tutti sono uguali? O, almeno, con pari opportunità?

Davvero pensiamo che fare due panchine coi cuori e colorare di rosso i palazzi sciacqui la coscienza e alzi il livello di censura sociale al punto da intimorire i violentatori o i sottanieri?

Qualche settimana fa ho scritto un pezzo dedicato all’arrembaggio di un personaggetto politico che aveva tentato la scalata alla mutanda via whatsapp. Insomma, mica c’è da prendersela per così poco, vero? Chiedere di scambiarsi delle foto, per iniziare. A fare che? Foto di che?

“Hai fatto colpo”, hanno chiuso lì la faccenda alcuni amici che lo conoscono e a cui ho raccontato l’episodio. Davvero è sempre tutto da liquidare con la battutina? Perché siamo punto e a capo come sopra. Sottovalutare, sminuire, ridurre a schermagliette maschili. Senza mai isolare, allontanare, emarginare “l’amico”. Che ha fatto di male a “provarci”?

A questo punto vi propongo gli “ingenui” messaggi. Sperate però non incontri vostra figlia per strada. Perché chi lo ha sentito apprezzare verbalmente il passaggio di alcune donne mentre manifestava in piazza contro il lockdown, lo ricorda come un sognatore che immaginava di aprire, spaccare, impalare e aprire in due l’organo femminile. Giusto così, per ribadire la superiorità del membro sui neuroni. Intanto, partiamo con una foto e i puntini di sospensione…. nel vuoto umano di questo gran pezzo d’uomo che fa politica per un partito al Nord.

In apertura l’immagine che Regione Lombardia ha proposto sul proprio sito per la campagna antiviolenza

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