Il segretario della Lega Matteo Salvini si dice non pentito della ormai famosa citofonata fatta nel 2020 nel quartiere Pilastro di Bologna? “No, perché hanno arrestato degli spacciatori- commenta il leader del Carroccio durante una visita in viale Molise a Milano- lì c’erano degli spacciatori, non andiamo a caso. Sono stato ministro dell’Interno, qualche contatto con le forze dell’ordine ce l’ho”. Un tema, riproposto dalla vicenda che in questi giorni sta agitando la galassia leghista, ossia le indagini per droga che vedono coinvolto anche Luca Morisi, guru della comunicazione di Salvini. “Giudizi morali non ne do, la stessa Procura dice sostanzialmente che non c’è reato”, dice Salvini. In ogni caso, “la lotta contro ogni tipo di droga è mia ragione di vita. Non sarò mai a favore del consumo, della liberalizzazione o della legalizzazione. E chi la usa sbaglia”. Ma comunque “di indagini sulla Lega e su di me ne sono state fatte a decine e sono finite in nulla- prosegue- sto ancora aspettando di sapere dove sono i rubli di Putin o gli amici mafiosi di Siri”. Ad ogni modo, “confido che tutto si risolva in nulla”, ma nel frattempo “mi spiace perché il fango sparso in queste ore, verrà smaltito, e poi a chiedere scusa so già che saranno in pochi”. Insomma, “non commento i fatti del figlio di Beppe Grillo, ma posso commentare con disgusto il linciaggio, prima che ci sia mezza prova, mezzo processo e mezza condanna”.
Salvini: Non mi pento di citofonata a Bologna
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