Operazione Eunavfor Med Irini, il bilancio dell’attività su embargo di armi in Libia e controllo Mediterraneo

3 Gennaio 2021
Lettura 1 min

L’Operazione EUNAVFOR MED IRINI è stata lanciata con decisione del Consiglio dell’UE in piena emergenza Covid-19 ma – da subito –ha contribuito a rafforzare la sicurezza in un teatro complesso come il Mediterraneo.

Il senso di responsabilità, la tenacia, il costante impegno delle donne e degli uomini che prestano servizio per l’Operazione hanno facilitato il compito. Grazie a queste componenti essenziali il Mediterraneo Centrale è adesso un’area più sorvegliata e più sicura. Certamente, ci sono ancora molte crisi e sfide irrisolte ma i risultati raggiunti nel 2020 sono lì ad illuminare il cammino da intraprendere anche nel prossimo anno in modo da continuare ad operare in modo professionale, imparziale ed equilibrato.

Dal 4 maggio del 2020, giorno in cui è stata avviata l’attività in mare, gli assetti dell’operazione Irini hanno pattugliato il Mediterraneo Centrale interrogando 1560 navi mercantili, conducendo 62 visite consensuali a bordo di navi mercantili, 6 ispezioni di navi sospette e il dirottamento di una di queste per la violazione dell’embargo sulle armi in Libia. L’Operazione ha inoltre monitorato le attività in 16 porti e istallazioni petrolifere costiere. Per quanto attiene al monitoraggio delle rotte aeree, sono stati osservati 25 tra aeroporti e piste di atterraggio, nonché 155 voli sospetti diretti in Libia.

Tutte queste attività sono state svolte nel pieno rispetto del principio di imparzialità nei confronti delle parti belligeranti in Libia. Principio che l’Operazione IRINI ha sempre rigorosamente rispettato. Lo dimostrano anche i 17 rapporti speciali inviati al Gruppo di Esperti delle Nazioni Unite sulla Libia (UNPoE) in merito a violazioni o possibili violazioni delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’embargo delle armi e sulla prevenzione del contrabbando di petrolio. Questi risultati sono stati possibili anche grazie al prezioso contributo del Centro Satellitare dell’Unione Europea (EU SATCEN), che ha fornito circa 436 set di immagini satellitari su nostra richiesta.Ad oggi, l’Operazione consta di 2 unità navali, il pattugliatore d’altura italiano “Cigala Fulgosi” e la fregata greca “Adrias”. Vi sono inoltre 1 drone italiano “Predator” e 3 velivoli forniti dal Lussemburgo (SSW3 Merlin III/IV) dalla Germania (P-3C Orion) e dalla Polonia (28B1R Antonov Bryza).

Un velivolo greco (EMB -145) e uno francese (Falcon 50 / ATL2) vengono inoltre resi disponibili in supporto diretto all’Operazione per un limitato numero di missioni al mese.Dopo nove mesi dal lancio, possiamo affermare con orgoglio che l’Operazione IRINI è efficace, sta fornendo i risultati attesi ed è saldamente presente nel Mar Mediterraneo Centrale per migliorare la sicurezza e la stabilità di questa turbolenta area.È su queste basi che guardiamo al nuovo anno, con rinnovata forza e determinazione per continuare ad incrementare la presenza di IRINI e dell’Unione Europea nel suo confine Sud, con l’obiettivo finale di fornire un contributo concreto e risoluto al processo di pace in Libia.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Dall’Azerbaijan al Salento, in silenzio arriva il gas del Tap

Prossimo Servizio

Omicidio Colleoni – Il movente secondo i carabinieri: “Cattivi rapporti familiari. Vittima percossa e testa sbattuta a terra su cortile”

Ultime notizie su Cronaca

TornaSu