La task force di espertoni per salvarci si blocca davanti alle istruzioni del ventilatore e dà consigli per lavare le mani

7 Agosto 2020
Lettura 1 min

di Giuseppe Olivieri – Un comitato tecnico scientifico che invita un padre e una madre a svolgere il loro dovere di genitori.

Esperti che suggeriscono di lavare i bambini, di dare a loro una merenda, di raccontare le favole.

Sembra così assurdo, ma è la realtà che emerge dal verbale n.39 del 30 marzo 2020 relativo alla gestione dell’emergenza Covid 19 da parte del governo centrale attraverso la consulenza del così detto comitato tecnico-scientifico.

Ignoriamo i meriti e le materie, di cui siano competenti i 21 membri (3 assenti) di questo comitato composto da soli uomini (collegata in videoconferenza solo il sottosegretario di Stato alla Salute, Sandra Zampa).

Non siamo a conoscenza di quanti fra loro abbiano avuto dei figli e se siano consapevoli delle loro esigenze fisiologiche.

Non sappiamo nemmeno se, per produrre queste ovvietà, siano stati pagati.

Di certo vi è la conferma che questo è uno stato da rifare, partendo dalle fondamenta. Ma le basi non possono essere rappresentate solo da una matrice istituzionale. Se l’essenza di questa rifondazione deve necessariamente portare ad una struttura federale, in grado di responsabilizzare eletti ed elettori, l’aspetto culturale deve primariamente permeare ogni ambito, partendo dal ruolo che lo stato stesso deve darsi in relazione alla libertà d’azione dei propri cittadini.

Se i rappresentanti eletti dai cittadini non posseggono alcune competenze tecniche specifiche, è opportuno e comprensibile che si avvalgano della consulenza di esperti che li supportino nell’intraprendere scelte che regolino i vari ambiti sociali.

Se si sono attesi, però, mesi per partorire le linee guida da applicare in ambito scolastico ed educativo. Se si è pensato di utilizzare a scuola sedie o banchi con le rotelle e ad agosto ancora non vi è stata l’evasione del relativo ordine.

Se professionisti sanitari hanno ricevuto dopo mesi i protocolli operativi, che non hanno previsto altro che ciò che gli operatori stessi per anni hanno svolto.

Se l’attenzione per il calcio ha avuto la precedenza su quella rivolta alle attività produttive.

Se non si ha avuto la capacità o la voglia di far tradurre dal cinese la documentazione relativa ad un ventilatore.

Se tutto questo si è verificato, o i politici non hanno preso in considerazione ciò che il comitato tecnico scientifico ha elaborato, o i così detti esperti non sono stati tali realmente ed una seria indagine dovrebbe essere svolta per valutarne la motivazione del loro coinvolgimento.

Uno stato che tratta i propri cittadini come soggetti incapaci di intendere e volere. Uno stato che con le sue propaggini si arroga il diritto di educare i minori, sottraendo questo primato alla famiglia. Uno stato che partorisce provvedimenti come quelli espressi nel verbale recentemente desegretato. Uno stato simile non ha ragione di esistere ed è per questo che una rivoluzione culturale che preceda e giustifichi una riforma istituzionale è quanto mai urgente e necessaria.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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