di Stefania Piazzo – Viviamo nella Repubblica dei corrieri. Sono un potere da cui dipendiamo. E sicuramente a loro volta anche loro dipendono da altri poteri che fanno muovere il mondo.
Ecco la vicenda, banale se si vuole, ma esemplificativa del contesto in cui viviamo e attorno al quale gestiamo spesso le giornate.
E’ il caso di un semplice reso. Il prodotto arriva difettoso, contatto il venditore, che programma con Bartolini-Brt il ritiro. E’ previsto per venerdì 5 maggio dalle 14 alle 17.
Non arriva nessuno. Sorvoliamo sulla sintassi italiana. Il senso si capisce.
Alle 17.15 esco di casa, resta una persona di famiglia, io devo correre dal veterinario per un appuntamento fissato alle 18.
Al rientro mi aggiornano, non si è fatto vivo nessuno. Sulla mail non arriva nessuna altra comunicazione.
Lunedì mattina sono a Milano per lavoro, poi rientro. Alle 12.50 suona il campanello. E’ il corriere di Bartolini.
“Non sapevo veniste ora, per fortuna sono a casa”. Ma la replica è sorprendente: “Noi non siamo tenuti a informare il cliente”. E il cliente cos’è? Un fastidio, una rottura di palle?
Cerco di capire: “Quando salta una consegna non viene riprogrammata e comunicata?”. E lui: “No. Se non c’è nessuno lasciamo un avviso. Vuole farci la morale?”. Consegno il pacco e rientro a casa. C’è altro da dire? Grazie, Bartolini! Se dovrò scegliere un corriere, andrò a fare la morale a chi si presenta con un po’ di educazione in più. Siamo tutti scazzati, e di corsa, ma qualcosa nel sistema è inquinato. Risentimento, maleducazione, disorganizzazione. Che pena.
Tanti saluti dal N. prenotazione: TJU5343652
