La guerra “inattesa”. “La risposta di Israele “sarà molto dura”

8 Ottobre 2023
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 Si aggrava il bilancio di quella che ormai è una vera e propria guerra dopo l’attacco sferrato ieri mattina da Hamas su Gaza, con lancio di razzi e missili e raid di gruppi armati in vari kibbutz e città, e la replica dell’esercito di Israele. E’ salito infatti a oltre 1.800 il numero delle persone rimaste ferite in Israele e trasferite in ospedale e almeno 300 i morti. Nel frattempo sono circa 250 i palestinesi rimasti uccisi e 1.700 i feriti negli attacchi aerei israeliani su Gaza. Le forze di difesa israeliana hanno spiegato di aver colpito obiettivi del gruppo terroristico, tra cui sembra anche le case di alti funzionari di Hamas nella Striscia di Gaza. Il gruppo terroristico libanese Hezbollah ha affermato di aver lanciato decine di razzi e proiettili su tre postazioni israeliane nella regione contesa del Monte Dov in solidarietà con l’attacco di Hamas contro Israele. 

Un portavoce di Hamas, Ghazi Hamad, ha dichiarato alla Bbc che nel suo attacco ad Israele ha ricevuto il sostegno dell’Iran.  Intanto decine di parenti di persone scomparse nell’attacco senza precedenti effettuato da Hamas ieri all’alba in Israele si sono riversati nel centro attivato per localizzarle, gestito dalla polizia e dall’Home Front Command vicino all’aeroporto Ben Gurion. Secondo quanto riporta il sito di informazione Ynet, i parenti portano con sé oggetti come spazzolini da denti e altri effetti personali de cari scomparsi per contribuire a fornire campioni di Dna che potrebbero aiutare a identificarli. La polizia aveva infatti chiesto alle famiglie di contattare il centro con foto e campioni di Dna delle persone scomparse. A coloro che si trovano in aree in cui non è possibile uscire di casa è stato chiesto di chiamare il 105 e di recarsi in una stazione di polizia quando possibile.

 “Una delle prime cose che tutti esamineranno è il ruolo dell’Iran e sarà da vedere se anche Hezbollah farà qualcosa di simile a ciò che ha fatto Hamas. Quindi, tutti hanno gli occhi puntati sul fronte settentrionale e non solo su Gaza”. Così al Corriere della Sera Richard Haass, ambasciatore Usa e già consigliere di Bush padre e Colin Powell. “Non c’è una miccia precisa” per l’attacco di ieri “e non è una risposta a qualcosa di specifico. Può essere che Hamas voglia scuotere e destabilizzare lo status quo, può avere a che fare con le rivalità interne nel gruppo di Hamas, può essere perché l’Iran ha spinto perché accada, può essere per interrompere la potenziale normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita. Non lo sappiamo, non possiamo fare altro che speculazioni”. Le conseguenze? “Nel breve periodo, c’è la risposta militare israeliana ea un certo punto mi aspetto che si fermi, per decisione di Israele e perché i poteri mondiali spingeranno Israele a smettere . Ma non cambierà la realtà tra Israele e Hamas, tra Israele e Gaza. Una delle potenziali conseguenze è un rallentamento della normalizzazione con l’Arabia Saudita. Un’altra questione interessante è quale peso avrà nel dibattito sulla democrazia all’interno di Israele: per il momento chiaramente sarà spinto ai margini. Perché la maggior parte degli israeliani dirà: dobbiamo essere uniti, non è il momento che Israele si divide”. Il conflitto rafforzerà Netanyahu “solo temporaneamente. Non credo che cambi le domande fondamentali. D’altro canto, se lo volesse, potrebbe dare a Netanyahu una scusa per rallentare le sue cosiddette ‘riforme’: potrebbe dire che non è il momento di portare avanti qualcosa che è così controverso”. 

“Gli elementi di instabilità nella zona sono tanti, dalla Siria al Libano e Iran e Russia possono avere interesse a destabilizzare l’area”, dichiara il ministro della Difesa Guido Crosetto in una intervista a Il Corriere sulla nuova escalation israelo- palestinese. «Giorni fa ho detto che mi preoccupava l’Iran forse più dell’Ucraina e tutti mi hanno risposto che avevo preso troppo sole”, dichiara Crosetto: “Hamas non è storicamente vicino all’Iran, ma viviamo una fase in cui si saldano elementi e si individuano nemici comuni. La reazione israeliana sarà molto dura».

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