Il Washington Post boccia la fretta di Arcuri sui banchi

11 Agosto 2020
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Se si scomoda pure l’America, stupita per la richiesta di milioni di banchi da fare in fretta e anzi subito, c’è da pensare…. Il Washington Post entra nel merito della tonnara banchi di cui è protagonista il commissario straordinario Domenico Arcuri.

“La richiesta di proposte è contrassegnata come “estremamente urgente”, e delinea i dettagli di ciò che il governo italiano sta cercando di acquistare: banchi monoposto per bambini in sostituzione dei tradizionali banchi biposto per consentire al Paese di iniziare il nuovo anno scolastico con allontanamento sociale. Ma la richiesta è titanica – si legge sul prestigioso quotidiano -“.

“Il governo vuole un ordine urgente, tutto costruito e spedito entro il prossimo mese. E vuole una quantità straordinaria: 3 milioni di nuovi banchi, tanti quanti tutte le aziende italiane di arredo scolastico messe insieme costruiranno normalmente in cinque anni”. Parole del giornale.

“Conosco personalmente tutti coloro che in Europa producono mobili per la scuola”, ha detto Emidio Salvatorelli, presidente di un’altra azienda, Vastarredo. “Non si può fare”. Ma come è noto Arcuri tira diritto.

“I banchi – si legge ancora – sono solo una delle sfide logistiche che si giocheranno quest’estate mentre l’Italia corre per prepararsi all’anno scolastico. Su richiesta del governo, le scuole stanno cercando di trovare spazi nei musei, nei cinema e negli edifici ecclesiastici in modo da poter ridurre le dimensioni delle classi e mantenere gli studenti a distanza di sicurezza. Il paese sta cercando di assumere 50.000 nuovi insegnanti e personale di supporto, compresi i bidelli”.

Ma come era avvenuto per le mascherine che non arrivavano e la colpa secondo Arcuri era nella gestione della vicenda dei farmacisti, ora la colpa di chi sarà se i produttori non riusciranno in un mese a inventare 3 milioni di banchi?

Coglie il senso politico della questione il Washington Post: “Il dibattito sulle scrivanie è diventato il più grande punto di infiammabilità: innescare il dito puntato, consumare un’audizione parlamentare e far arrabbiare i produttori di mobili italiani, che affermano che il governo sta sottovalutando la difficoltà di produrre così tante scrivanie così rapidamente”.

“Il governo ha lanciato il processo di offerta aperta ai produttori di scrivanie il 20 luglio e ha detto che sceglierà una o più società per il progetto entro il 12 agosto”.

Ma le scuole iniziano il 14 settembre. Sic.

“Certamente, il bisogno che abbiamo portato sul mercato è straordinario”, ha detto in Parlamento a fine luglio il commissario speciale italiano per il coronavirus, Domenico Arcuri. I politici hanno poi trascorso più di un’ora chiedendo come il piano potesse funzionare. Un legislatore ha affermato che nemmeno la Cina potrebbe venire in soccorso; le scrivanie costruite lì avrebbero impiegato diverse settimane per arrivare in nave”.

In un’intervista televisiva la scorsa settimana, Arcuri ha sollevato l’idea di chiamare l’esercito per assistere con la distribuzione.

“L’esercito ci ha fornito un aiuto straordinario durante i mesi più bui e devastanti di questa crisi”, ha detto. “Sono sicuro che se glielo chiediamo, saranno in grado di aiutarci anche a consegnare le scrivanie”. Ma chi le fa? La fata turchina?

“Il ministero dell’Istruzione italiano ha rifiutato di rispondere alle domande, ma il ministro, Lucia Azzolina, ha detto in uno show televisivo italiano a fine luglio che i posti per una sola persona sono una necessità “in bianco e nero”. Non ha risposto direttamente a una domanda su come le scuole avrebbero reagito senza i banchi. Ha definito “apocalittica” la copertura mediatica della caccia ai banchi e ha criticato i giornali italiani per aver sollevato dubbi sul progresso, accusandoli di causare ansia inutile”.

Insomma, è tutta colpa della realtà. 3 milioni di banchi in meno di un mese, chiamate l’ambulanza! (red)

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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