De Donno: ora vi racconto come sono andate le cose

10 Maggio 2020
Lettura 3 min

Torna e parla. Senza sconti per nessuno. Giuseppe De Donno racconta sul suo profilo facebook i giorni delle polemiche scientifiche, la sua vicenda umana e professionale partendo da un editoriale critico uscito sulla Gazzetta di Mantova. Pubblichiamo molto volentieri il punto di vista del primario dell’ospedale Poma di Mantova che in queste settimane ha rotto i meccanismi del sistema mediatico e del pensiero unico scientifico. Pluralismo è la parola d’ordine. Senza la paura di temere confronti.

Leggo questo editoriale sulla Gazzetta. Ho letto nei giorni scorsi articoli molto critici, come quello della Selvaggia Lucarelli, alla quale per tre volte ho negato una intervista (come testimoniano i nostri rapporti epistolari via wa), oggi quello del Dottor Boldrini. Pregherei sempre una attenta lettura degli eventi.
Inizia la invincibile pandemia da COVID19. L’Ospedale è attonito. La città piegata. I morti non si contano. C’è bisogno di riavvicinare il nostro Ospedale ai cittadini. C’è necessità di serenità. Facebook mi ha aiutato. Un’ opera impegnativa. Crescono i cittadini che aspettano buone nuove. Che amano venire a contatto coi professionisti.
Poi arriva il plasma convalescente. Abbiamo l’impressione che funzioni. In un oceano di armi spuntate, c’è un’arma che colpisce al cuore del virus Lo proviamo a dire. Nessuno ci si fila. Che fare? Iniziò ad urlare. Attaccare. Con l’unico obiettivo di far passare uno schema di trattamento. Democratico. Che ci aiuti. Silenzio assordante dei media. Arrivano pochi secondi a DiMartedi. Poi Petrolio, 6 minuti. Qualcosa si muove. Alcuni virologi ci deridono. Alcuni infettivologi, in piena guerra mondiale, chiedono regole non valide per altri trattamenti. Nessun intervento della politica. Nessuno. Balle a non finire. Il plasma non è sicuro. Avis nazionale rincara. Grande
dolore. Il plasma costa tanto. Il plasma contamina. E poi ancora. Serve un prodotto di sintesi. Serve il vaccino. Nessuno parla di plasma. Da noi funziona. Così riscendo in campo. Mettendo a repentaglio la mia amata privacy. Prima andavo su FB solo per qualche giro in MTB con Elena & C. Lavoro 18 ore. Poi parlo su FB. Rispondo alle critiche. Arriva RadioRadio, poi le Iene, poi Bianca Berlinguer. Poi Vespa a Porta a Porta. Ove l’incontro critico con Ippolito costringe il conduttore a sbattermi fuori dalla trasmissione. Ma si inizia a parlare di plasma. La gente oramai ne è a conoscenza. La Regione Lombardia se ne accorge. Il silenzio. Due giorni di meditazione. Un silenzioso silenzio. Apoteosi. Di pazienti, colleghi, giornalisti. Teorie del complotto. Contro la mia ASST. Che amo quanto casa mia. Critiche da colleghi. Ritorno. Ma decido di non parlare di plasma. La “mia gente” si tranquillizza. E il plasma plasma prosegue il suo cammino. Chiamano ONU, USA, Consolati, Università. Rifiuto, nel totale silenzio e nella disperazione di mia moglie, che mi aiuta col telefono, a centinaia di richieste di interviste. “Sono in silenzio”. Giù critiche. Ma il plasma vola. Arriva la politica. Anche illuminata, se vogliamo. Ovvero quella locale. Per una parte orribile. Mi definiscono demente. Il DiBella mantovano. Un disadattato, insomma. Ci sta. Non mi importa. Con la politica ho chiuso da quando sono il Primario di tutti. Non ho tessere da anni. E dopo questo spettacolo, sono contento di non avere la tessera di questo PD. Denaturato. Privo di ogni rispetto. Ma il plasma vola. Mi vedo ugualmente in televisione. Ma io mi nego. Ed Elena Miglioli, la nostra addetta stampa, è disperata. Mi nego. Sette volte a Porta a Porta. Non so in quanti lo avrebbero fatto. Finalmente mi chiamano colleghi. “Giuseppe, ho trattato questo, quello, quell’altro”. I pazienti stanno meglio. Spingo questi illuminati colleghi a pubblicare. Senza il mio nome però. Il plasma vola. Padova usa il nostro protocollo. Undici pazienti. Risultati buoni. Parte Bergamo. Con una metodica che non approvo. Sto in silenzio. Ma parte. Ok. E poi Veneto, Cosenza, Catanzaro. Si muovono Sindaci. Regioni intere. Finalmente. Io chiuso in casa. Posto il meraviglioso libro di Francesco e lavoro intensamente sul Centro di Ricerca. Ma tutti parlano ancora di me. Arriva l’audizione in Senato. In Commissione Europea. Bentornata buona politica. Non dico nulla. Altri lo fanno per me. Oggi decine di pazienti gravi vivono grazie al plasma. Un po’ della loro vita è anche mia. Anche de Le Iene, che ci hanno messo la faccia e anche il plasma. Vero Alex Politi? Dei donatori. Che amo. Tutti. Indistintamente. Quasi fossimo un corpo unico. Muore il Dottor Nicolini. Muore Angelo Bignotti, padre di un amico. Carissimo. Mi costa tanto. Nessun post. Nessuna strumentalizzazione. Non ne hanno bisogno, questi Giganti. Io, rispetto a loro, sono una formica. Ne sono conscio. Ma sono anche conscio che se non avessi fatto tutto questo, oggi il plasma sarebbe in cantina.
PS: dopo un grandissimo “tra-Viale-vaglio”, anche l’Emilia ha ceduto. Ti aspettiamo Lazio. Zingaretti batti un colpo.

Sempre Vostro
@docgiuseppededonno

PS: dopo la fine del mio silenzio, privilegerò quelle testate giornalistiche serie. Che mi hanno aiutato. Non sono una star. Non lo voglio diventare. Resto oggi quello che ero ieri. Il Primario della mia PneumoUtir.

Domani vi dirò una cosa bellissima.

#nonsoloplasma
#vinciamonoi
#nonsiamomammalucchi

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