“La scritta Trux con il pennarello è stata una goliardata dopo la sospensione da Sky dell’ex calciatore Di Canio che si era tatuato Dux. Per sdrammatizzare. E dimostrare che è un dibattito anacronistico. Agitare ogni due per tre il pericolo fascista non fa bene a nessuno, men che meno alla sinistra. E Rachele (riferendosi al nome della figlia che è anche quello della moglie, ndr) è il nome che doveva avere mia moglie e l’ha scelto lei”. Così in una intervista a La Repubblica Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari e candidato alle Regionali in Sardegna per il centrodestra. Che alla domanda se sia antifascista, risponde: “Non mi definisco anti in nessun caso. Non sono neppure anti comunista. Faccio politica ‘per’, non anti”. Alla domanda se pensa di poter contare sull’appoggio della Lega risponde: “Ho sempre avuto ottimi rapporti con la Lega sia a livello territoriale che nazionale. Sono certo che ci daranno una mano importante. Sarò alternativo a Solinas correggendo quanto è stato sbagliato – conclude Truzzu – Di certo è mancato il rapporto della giunta regionale con gli altri livelli istituzionali, cioè con gli enti locali, con il sindacato, con l’università, con le associazioni datoriali”.
Monta il caso Trux
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