Si lamentano dei commissari Ue? Ma se li hanno decisi i nostri governi…!

27 Febbraio 2021
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di Giovanni Robusti – Continuando nella nostra “chiacchierata” a proposito di Europa vediamo di capire meglio di cosa stiamo parlando. Di come, inevitabilmente, arriveremo, o ci stanno portando, al punto di rottura. Quando, non tra secoli, forse nemmeno decenni, dovremo scegliere tra la chiusura delle frontiere, uscire dall’euro o mettere in soffitta lo Stato. Con tutte le conseguenze del caso. Solo avendo bene chiaro in testa il percorso che abbiamo fatto, o altri hanno fatto per noi, potremo capire come scegliere quello che faremo. Perché quella scelta avrà ricadute su tutta l’impalcatura Stato-Regioni-Provincie-Comuni. E dovremo farla tutti con un referendum che cambierà la Costituzione. Nei secoli addietro l’Europa è storia di guerre continue, sino alle due guerre mondiali. Uniche della storia del pianeta. Nel secolo scorso unire gli Stati in un’unica Europa era un’utopia prima e un auspicio poi. Adesso diventa una realtà in men che non si dica, di questo passo. È come una valanga, sempre più veloce.

Andiamo per gradi, per oggi. CHI SI PRENDE LE COLPE?

L’Europa è sempre stata il bersaglio preferito dei politici di turno per scaricare le colpe delle inefficienze, dei balzelli o delle imposizioni. Ricordate la battuta sulla dimensione degli zucchini, dritti o ricurvi. Sull’idraulico polacco. (Polonia che per fortuna ci ha mandato un santo Papa). Ma, chi stabilisce regolamenti direttive e decisioni europee? Sono la Commissione Europea, il Consiglio Europeo. Solo dal 2009 in codecisione, limitatamente ad alcuni strumenti e decisioni, come il bilancio, con il Parlamento Europeo.

Il primo, la Commissione, è un organo di nominati dai governi degli Stati membri che viene governato da un alto commissario, Ursula von der Leyen. Il secondo, presieduto da Charles Michael, è un organo che comprende tutti i ministri di tutti i membri della UE. Costoro materia per materia, si riuniscono per consultarsi e decidere. Questo vuol dire che a proporre e approvare i regolamenti, le direttive e le decisioni sono sempre i politici nazionali con in testa il cappellino dell’Europa. Gli stessi che denunciano l’UE come un peso opprimente. Dal 2009 questa “oppressione” è stata in parte condivisa con il Parlamento Europeo eletto dai cittadini e presieduto da David Sassoli.

Quindi, in realtà, i politici dei vari paesi, i ministri e i presidenti, i leder politici, spesso ex europarlamentari, quando danno la colpa all’Europa danno la colpa a se stessi. Questo modo di agire negli anni ha portato al ribasso le quotazioni dell’Unione Europa tra i cittadini. Solo di recente la consapevolezza che, quando ci sono problemi grossi per fortuna che c’è l’Europa, ha ricominciato a guadagnare consensi. Tanto da far dire al Presidente del Consiglio Draghi, europeista da sempre, che il suo programma è basato sull’europeismo. A far capottare Salvini, per ora, verso un europeismo di convenienza. Resta fuori solo la Meloni che cercherà di coagulare tutti quelli che di Europa non ne vorranno mai sapere. Quantomeno diventa semplice contarli.

Alla prossima “puntata”, parlando di soldi …

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