Umbria, zona arancione. Con un quadro dei contagi che preoccupa e non dà cenno di scendere. Che il tema della didattica sia da settimane motivo di polemiche in tutto il Paese è un dato di fatto, e non è bastato promettere banchi a rotelle e distanziamento, con mesi di discussione sulle mascherine sì o no agli studenti, per arrivare, alla fine, in piena seconda ondata, a soluzioni condivise. Tutt’altro.
In un atto di indirizzo al sindaco, la questione viene ancora una volta sollevata a Terni, apice meridionale dell’Umbria. Lo fa il consigliere di Forza Centro, Emanuele Fiorini. Argomentando così la richiesta di didattica a distanza per tutti attraverso un’ordinanza urgente.
Fiorini ripercorre la cronologia covid di novembre. Il Ministero della Salute Roberto Speranza con ordinanza del 9 novembre 2020 ha incluso
l’Umbria fra le regioni in zona arancione. I dati 26 ottobre-1novembre 2020
(aggiornati al 7 novembre 2020) dicono che i casi totali sono pari ad 10.998, con Rt: 1,53.
Poi si arriva al bollettino di sorveglianza sul virus pubblicato mercoledì mattina dall’Istituto Superiore di Sanità. E questi sono i dati su cui si sofferma Fiorini: “al 7 novembre nella fascia 0-19 anni, che conteggia anche la fascia scolastica, i casi sono 102.419, con una crescita del 1073%, la più alta assoluta nella popolazione”.
Che si fa? Si chiude, secondo Forza Centro.

“Il gran numero degli alunni, dei collaboratori e dei docenti e dei loro familiari delle scuole di Terni che sono in quarantena…”. A questo punto si chiede al sindaco, avv. Leonardo Latini, di disporre con ordinanza
“l’immediata sospensione temporanea delle attività didattiche in presenza delle scuole dell’Infanzia e Primaria presenti nel territorio comunale”.
Chiedere è lecito. Rispondere è cortesia. Il sindaco è ancora la prima autorità sanitaria del territorio, vero?