La Lega chiede un passaggio ai tassisti?

12 Luglio 2022
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 Caos taxi e la politica si divide. “La Lega chiede lo stralcio della norma che coinvolge i 40mila tassisti nel decreto concorrenza. E’ necessaria anche l’attuazione dei decreti ministeriali come chiedono i lavoratori e il Consiglio di Stato”. Lo scrive su twitter il leader della Lega Matteo Salvini.

 “Perché i tassisti stanno scioperando senza autorizzazione? A Milano non si trova un taxi. Dopo i due giorni di sciopero generale della scorsa settimana e l’annuncio di due altre giornate di sciopero per il 20 e il 21 luglio, oggi la categoria ha deciso di incrociare le braccia senza autorizzazione, andando contro la legge che regolamenta gli scioperi”. Lo ha dichiarato il professore Pietro Paganini, presidente di Competere.Eu – Policies for Sustainable Development, think tank europeo che sviluppa idee di policy per creare filiere sostenibili. “È una questione – aggiunge – di libertà contro privilegio. Il cambiamento è inesorabile e i tassisti se ne devono fare una ragione. Questo atteggiamento continuo da parte della categoria nell’opporsi al cambiamento, insieme a una vaga accondiscendenza da parte della politica, costituisce un freno allo sviluppo del Paese. E provoca, inoltre, danni e disagi ai cittadini”, continua Paganini. Nelle città dove è in corso lo sciopero non sono poche le difficoltà a cui stanno andando incontro cittadini e utenti: questa mattina i milanesi si sono svegliati senza taxi, non sanno fino a quando durerà lo sciopero selvaggio e non sono garantiti nemmeno i trasferimenti da e per l’aeroporto di Linate. A Napoli la situazione non è da meno: 500 taxi hanno occupato Piazza del Plebiscito, bloccando di fatto l’intera mobilità della zona con lunghe file di turisti e residenti alla fermata dei pullman nei pressi della Stazione centrale di piazza Garibaldi. La vicenda dovrebbe essere impugnata dall’Autorità di Garanzia Sciopero per valutare se si tratti di interruzione illegittima di pubblico servizio. Questa è l’ennesima prova che conferma la necessità di una riforma strutturale del trasporto pubblico, sia di linea che non di linea. Gli utenti hanno bisogno di un servizio a loro misura e non di essere ostaggi nella propria città”, conclude Paganini. 

Uber ha pagato centinaia di migliaia di dollari a accademici di alto profilo in Europa e negli Stati Uniti per produrre rapporti che potessero essere utilizzati come parte della campagna di lobbying dell’azienda. E’ quanto emerge dall’ennesimo capitolo dell’inchiesta “Uber Files” pubblicata dal quotidiano britannico “Guardian” che rivela una serie accordi redditizi con diversi accademici di spicco che sono stati pagati per pubblicare ricerche sui vantaggi del suo modello economico. I rapporti sono stati commissionati mentre Uber stava confrontandosi con le autorita’ di regolamentazione nelle principali citta’ del mondo. Diversi economisti universitari sono stati presi di mira in Francia e Germania, dove l’applicazione da parte delle autorita’ e’ stata sempre piu’ feroce nel 2014-15. Un rapporto di un accademico francese, che ha chiesto una commissione di consulenza di 100 mila euro e’ stato citato in un articolo del “Financial Times” del 2016 in cui affermava che Uber rappresentava una “via d’uscita dalle banlieue francesi”, una posizione gradita all’azienda.

Usando tecniche comuni nelle campagne politiche, Uber ha preso di mira accademici e gruppi di riflessione per aiutarla a costruire una narrativa positiva sull’azienda, per esempio per quanto concerne la creazione di posti di lavoro ben pagati, la fornitura di mezzi di trasporto economici ai consumatori e un aumento della produttivita’. I documenti mostrano come i suoi lobbisti abbiano pianificato di utilizzare la ricerca accademica come parte di una linea di produzione di munizioni politiche che potrebbero essere fornite ai politici e ai media. L’obiettivo, si legge nell’inchiesta del “Guardian”, sarebbe stato utilizzare la ricerca per aumentare la pressione per cambiare le regole che Uber stava eludendo. Sebbene sia stato menzionato il coinvolgimento di Uber nei rapporti, i file trapelati mostrano come l’azienda intendeva utilizzare il lavoro degli accademici e la loro reputazione per promuovere i suoi obiettivi e quanto era disposta a pagarli. 

 “Siamo solidali con una categoria di lavoratori e lavoratrici che garantisce un servizio pubblico che ha necessita’ di modernizzarsi ma che non puo’ subire la concorrenza sleale delle multinazionali del precariato e dello sfruttamento. Oggi ribadiamo la nostra proposta, gia’ contenuta in un emendamento presentato da ManifestA: si stralci il servizio pubblico dei taxi dal ddl concorrenza, si apra un dialogo con le rappresentanze dei tassisti per aiutare e modernizzare il settore. Basta con la demagogica caccia alle streghe contro i lavoratori e le lavoratrici del settore”. Lo afferma in una nota la deputata di ManifestA, Simona Suriano, oggi in piazza con i tassisti a Roma.

Foto di Lexi Anderson

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