Se il Pil “più basso” della Russia non è l’unità di misura per sentirci superiori

1 Maggio 2022
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di Luigi Basso – Una delle più grosse stupidaggini che si sente spesso ripetere in queste settimane è quella secondo la quale la Russia, avendo un PIL inferiore a quello di molti Paesi UE, compresa l’Italia, non può neppure pensare di essere considerata una Grande Potenza.
Questa considerazione denota come trenta anni di dominio della finanza sulla politica e sulla economia reale abbiamo inzuppato i cervelli di convincimenti profondamente sbagliati.
Infatti, un banchiere o un ragioniere possono prendere il PIL di un Paese e confrontarlo con quello di altri: ma chi ha responsabilità politiche e di governo non può limitarsi a questo.
Il PIL della Russia è infatti costituito da beni materiali, prodotti energetici, alimentari, legna, acqua, metalli preziosi, etc..
Il PIL dei Paesi UE è quasi tutto basato su finanza, servizi e terziario.


Per fare alcuni esempi, un orto sicuramente fa meno PIl di una discoteca o di una palestra di Pilates: tuttavia si può fare a meno di ballare, ma non si può fare a meno di mangiare (per giunta l’attività agricola comporta una discreta attività fisica).
Un pozzo di acqua fa meno PIL di un derivato: ma non si può fare a meno di bere.
Pertanto misurare la potenza della Russia ricorrendo al PIL è come misurare l’altezza di Putin con la bilancia: è sbagliata proprio l’unità di misura.


Il fatto che il PIL non abbia un grande significato lo aveva capito sessanta anni fa Kennedy: parafrasandolo, un morto in un incidente stradale fa più PIL di un bambino nato, ma una nascita è un evento neppure paragonabile ad un decesso.
Morale: sarebbe meglio lasciare i banchieri ed i ragionieri al loro lavoro e rimettere la politica in mano agli addetti ai lavori.

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