di Cuore verde – Non si tratta della proposta di un corso per la crescita personale ma il dispiegarsi della realtà delle proposte politiche di questi giorni che, come al solito, hanno ben poco a che fare con le varie tematiche europee come, come ad esempio, prima fra tutte, la grave questione della guerra in Ucraina.
Giorgia Meloni alla convention di Fratelli d’Italia, ha chiesto ai propri elettori di scrivere semplicemente il suo nome nella scheda elettorale: “Giorgia“. Una specie di acclamazione personale che ricorda il “Maximus, Maximus”” urlato dalla folla nell’arena a sostegno di Massimo Decimo Meridio, nel film il “Gladiatore”.
Matteo Salvini per recuperare consenso elettorale e, soprattutto, personale all’interno del suo partito, ha proposto una specie di alter ego, il generale Vannacci. La candidatura di uno “scudiero” a difesa della leadership del “capitano”, ovviamente, ha generato malumori all’interno della dirigenza leghista.
Personalmente, mi lascia perplesso lo stupore di quegli esponenti leghisti che considerano Vannacci totalmente estraneo al pensiero politico leghista. Certe perplessità sarebbero forse dovute sorgere da tempo, quando la Lega, dopo la svolta nazionalista, tra i molti esempi che si potrebbero citare, si ritrovava in piazza con Casa Pound o quando Marine Le Pen parlava sul palco del pratone di Pontida.
Il pensiero espresso da Vannacci nel libro “Il mondo al contrario” appare buona parte in linea con molte affermazioni provenienti dagli ambienti della Lega tricolore.
Anche Elly Schlein ha tentato una svolta personalistica proponendo di inserire il suo nome nel simbolo elettorale. Proposta che non ha avuto seguito dopo essere stata criticata pubblicamente da Romano Prodi.
C’è una vera svolta politica e, soprattutto, geopolitica, per chi sostiene il federalismo e la questione settentrionale quando nel simbolo di qualche partito si ritrova la parola “NORD”, anzi, “Competenza al Nord”.
